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17/06/2012 07:58:28

Marittimi sequestrati in Libia. Diplomazia fiduciosa, familiari un po' meno

«È iniziato oggi (ieri, ndr.), intorno a mezzogiorno, a Bengasi, in Libia, il processo civile ai nostri marittimi sequestrati ma non ne conosciamo ancora gli sviluppi. Probabilmente
si saprà qualcosa in più domani (oggi, ndr.)».
Queste le paroel di Maurizio Giacalone, armatore del peschereccio "Maestrale", che con il "Boccia II" e l’"Antonino Sirrato" e i loro complessivi 19 uomini lo scorso 7 giugno sono stati sequestrati da miliziani libici armati mentre si trovavano a 42 miglia dalla costa della Libia, in acque internazionali che il Paese nordafricano considera invece zona di pesca esclusiva, istituita unilateralmente durante il regime Gheddafi sino a 74 miglia.

"E' una strada in salita - dice l'ambasciatore Giuseppe Buccino Grimaldi - e dobbiamo considerare una vittoria il fatto che i 19 marittimi siano stati trasferiti dal luogo dove erano detenuti, sui pescherecci. Sono sempre in regime di libertà vigilata ma quanto meno vivono nel loro habitat, grazie ad una cauzione di 19 mila euro pagata dal consolato italiano".
«Per l’apertura del processo - prosegue Giacalone - gli equipaggi sono rimasti a bordo dei pescherecci.
L’intera vicenda la stanno seguendo l’ambasciata italiana a Tripoli, il console Guido De Sanctis e un legale da loro incaricato. Dalla Farnesina dicono di non preoccuparci, che stannolavorando. Si mostrano ottimisti, ma noi qui a
Mazara ogni giorno che passa lo siamo sempre di meno. Anche oggi (ieri, ndr.) abbiamo parlato con i marittimi e pure loro sono stanchi e preoccupati, a loro volta, per i familiari che qui sono allarmati per la loro sorte».

In effetti, l'ambasciatore è fiducioso per una definitiva soluzione della vicenda e, nello stesso tempo, si augura, che una volta conclusa, verrà applicato l'accordo firmato a Tripoli lo scorso gennaio fra il Distretto della pesca ed il governo libico per una cooperazione nel campo della pesca e la soluzione delle acque territoriali che, dal 2005, la Libia ha esteso fino a 74 miglia. Alla firma dell'accordo era presente anche il capo del governo, Monti.
Il console Guido De Santis e l’ambasciatore Buccino Grimaldi, che sono stati a fianco dei marittimi non solo dal lato giuridico ma anche dal lato del sostentamento, si stanno attivando per tentare di accorciare i tempi e risolvere la vicenda.
Intanto sembra accertato che a sequestrare i tre pescherecci, siano stati 5 "ribelli" che su un barchino di 4 metri e senza alcuna divisa avrebbero intimato ai tre pescherecci di seguirli fino al porto di Bangasi. E questi "ribelli" pressano sul procuratore militare per una condanna mentre lo stesso procuratore riceve pressioni dal nostro ministero degli esteri per il rilascio dei pescherecci e dei 19 marittimi.