Papa Benedetto XVI ha infatti autorizzato la Congregazione per le Cause dei santi a promulgare il decreto relativo al martirio di Puglisi perchè ucciso “in odio alla fede”. Il 15 settembre 1999 il cardinale di Palermo Salvatore De Giorgi aveva aperto ufficialmente la causa di beatificazione proclamandolo Servo di Dio. Le ultime parole del sacerdote furono “Me l’aspettavo”. Davanti a lui c’era il suo assassino, Salvatore Grigoli. Con le sue attività, con la sua azione di recupero dei giovani del quartiere sottratti al dominio del clan dei Graviano il prete del quartiere Brancaccio sapeva di essere nel mirino.
Un’azione quotidiana condotta discretamente, lontano da televisioni e giornali, ma proprio per questo tanto più efficace e trasgressiva. Fu proprio quest’opera di rigenerazione delle coscienze ma anche di affermazione della legalità che decretò la condanna a morte di don Puglisi, divenuto subito il simbolo dell’impegno sociale della chiesa in un territorio controllato dalla mafia. Padre Puglisi, palermitano, era stato nominato parroco della chiesa di San Gaetano, a Brancaccio, il 29 settembre 1990. Nel gennaio 1993 aveva aperto il centro ”Padre Nostro”, diventato in breve tempo punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere.
Per l’omicidio mandanti ed esecutori sono già stati condannati, in Cassazione. Ergastolo ai boss Giuseppe e Filippo Graviano. Sedici anni al killer, il reo confesso, diventato poi collaboratore di giustizia. Ergastolo anche per gli altri componenti del commando che aspettò sotto casa il prete: Gaspare Spatuzza (che nel 2010 ha dichiarato di essersi convertito grazie a don Pino, ndr), Cosimo Lo Nigro, Luigi Giacalone e l’allora reggente della cosca Nino Mangano. Arrestato il 20 giugno del 1997, Grigoli, chiamato ”il cacciatore” per la sua mira, utilizzò una calibro 7.65 parabellum munita di silenziatore. Ai magistrati che lo hanno interrogato ha sempre ripetuto: ”Non ho esperienza di santi. Quello che posso dire è che lui emanava una specie di luce. Me lo ricorderò per sempre quel sorriso”.
Il riconoscimento del martirio, che il Papa ha decretato oggi nell’udienza al prefetto per le Cause dei santi cardinale Angelo Amato, indica che la causa di beatificazione si è conclusa positivamente e che presto don Puglisi sarà elevato all’onore degli altari. A motivo del suo costante impegno evangelico. ”E’ una bellissima notizia che rende felice tutta la città di Palermo e tutta l’Italia – dice il neo sindaco di Palermo Leoluca Orlando -. Don Pino Puglisi è un martire che ha dato la sua vita in difesa degli ultimi e della legalità e che ha testimoniato con la sua intera esistenza il valore della solidarietà e dell’accoglienza. Le nuove generazioni dovrebbero prenderlo ad esempio perché è un faro nella lotta alla mafia”.