Un’operazione intempestiva secondo il procuratore aggiunto Teresa Principato che segue da due anni le indagini per la cattura di Messina Denaro. Principato aveva chiesto di rinviare il blitz sostenendo che avrebbe bruciato l’inchiesta dei Ros per acciuffare il super latitante. A Messina Denaro si poteva arrivare proprio attraverso Sutera. I titolari del fascicolo sulla mafia agrigentina, coordinati dall’aggiunto Vittorio Terese, non erano però d’accordo. “Andiamo avanti”. Prima dell’operazione si sono tenuti una serie di riunioni. Alla fine a decidere è stato il procuratore Francesco Messineo, che dopo aver ascoltato le intercettazioni di Leo Sutera ha dato il via libera al blitz ritenendo che non ci fosse alcuna interferenza con le indagini sulla cattura di Messina Denaro. “Tutto era stato già deciso”, scrive in una mail ai colleghi Teresa Principato. "Abbiamo saputo (lunedì, ndr) che il fermo sarebbe stato eseguito quella sera stessa e che le copie erano già pronte. Presumo quindi che gli organi di polizia giudiziaria fossero già allertati”. Ad eseguire l’operazione è stata la polizia infatti che ha di fatto squilibrato le mosse dei Ros. Tra l’altro il reparto dei carabinieri non sembra essere molto ben visto in procura per via dell’indagine sulla trattativa.
Dopo le critiche aperte dell’aggiunto Principato il procuratore Messineo ha preso carta e penna e risposto alle critiche. “L'operazione - scrive Messineo - è pronta dai primi di maggio. Avevamo già dilazionato i termini, per consentire che andassero avanti le indagini su Messina Denaro. Ora ho ritenuto preminente, rispetto al possibile approfondimento della linea investigativa già da tempo in atto, l'esecuzione di un provvedimento doveroso, avuto riguardo alla gravità dei fatti accertati". Principato però ha puntato l’attenzione sul metodo seguito: "Credo che questa sia stata una mortificazione della professionalità di ciascuno di noi e mi chiedo, con tutta onestà, a cosa servano le riunioni collegiali".
Il Ros hanno intanto escluso un proprio disimpegno nelle indagini per la cattura del super latitante dopo che era nata questa possibilità in seguito ai dissidi con gli inquirenti dell’operazione agrigentina.
Intanto questa nuova diatriba avviene in un clima molto tormentato all’interno della Procura e solo brevemente affievolito dopo i nervi tesi per l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia.
Francesco Appari