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03/07/2012 06:57:13

La storia del depistaggio della strage di Via D'Amelio: ne parliamo oggi a Marsala

Il tema di oggi è di grandissima attualità: i depistaggi delle indagini sulla strage di Via D'Amelio, in cui morirono, nel 1992, Paolo Borsellino e gli uomini e le donne della sua scorta. Per parlare di quanto è avvenuto, il pretesto è un ottimo lavoro di inchiesta fatto da due giornalisti, Elena Invernizzi e Stefano Paolocci, che hanno scritto: "Un orsacchiotto con le batterie". Così si è definito, in aula, Vincenzo Scarantino, il falso pentito che si era accusato di tutta la strage e che poi ha detto di essere stato "manovrato". Da chi rimane ancora un mistero.

A vent’anni dalla strage di via D’Amelio, “Un orsacchiotto con le batterie – Il depistaggio sulla strage di via D’Amelio”, insegue verità mai rivelate, depistaggi, dichiarazioni false e altre che hanno rimesso in discussione le sicurezze acquisite in tanti anni di indagine.

Palermo, 19 luglio 1992, cento secondi alle cinque: il sismografo dell’osservatorio geofisico ha un sussulto, mentre fuori già si alza una lama di fumo nero.Vent’anni dopo, un uomo guarda la sua città dalla finestra, assaporando l’aroma persistente di una sigaretta. Sulla scrivania il minuzioso lavoro di ricostruzione che sta portando a termine: la mappa di un depistaggio lungo due decenni attorno alla strage dove furono uccisi Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. In un gioco di pesi e contrappesi saranno le voci dei pentiti a dominare la scena: quella dell’ “orsacchiotto con le batterie” Vincenzo Scarantino in primis, sulle cui dichiarazioni verranno istruiti i processi; e quella di Gaspare Spatuzza poi, il collaboratore che ha rimesso in discussione tutto. Una ricerca di verità e giustizia che condurrà il protagonista a muoversi tra mille piste e sentieri intricati, sino a culminare in un incontro che, alla fine, gli regalerà una nuova prospettiva sulla strage, aiutandolo a mitigare il senso di sconcerto e impotenza”.

Qualche giorno fa, Rita Borsellino, parlando alla biblioteca comunale di Palermo, è tornata sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio e si è posta un interrogativ

"Vent'anni fa non un solo magistrato se n'è accorto di come si stavano conducendo le indagini sulla strage di via D'Amelio. Ma com'è mai possibile? E' questa la domanda che oggi mi inquieta e mi addolora".
"Se una cosa abbiamo capito in questi 20 anni è che sulle stragi ci hanno raccontato un mucchio di fandonie - ha poi continuato - c'è stata una rete fatta da chi ha diffuso ad arte le bugie per oscurare la verità. Chi e perché ha voluto tutto questo?. La manifestazione di questa sera è intitolata 'Vent'anni dopo non è solo mafia', e non contiene più un punto interrogativo - ha aggiunto Rita Borsellino - che in questi 20 anni non avrebbe dovuto esserci. Lo stesso Paolo disse qui: 'Ricordate che quando mi ammazzeranno non sara' stata soltanto la mafia'. Com'è possibile che si sia arrivati a sentenze passate in giudicato e che tutto quel castello di bugie sia passato al vaglio anche di magistrati senza che venisse fuori prima la verità?". "Oggi resta l'amarezza più grande - ha concluso - di sapere che anche una persona soltanto non ha voluto o saputo vedere la verità; per questo ringrazio i tanti che con fatica, in mezzo alle delegittimazioni, stanno continuando un lavoro di verità e giustizia"

Qualche parola sui giornalisti ospiti oggi: Elena Invernizzi e Stefano Paolocci scrivono assieme da sempre. Hanno pubblicato fra gli altri, “Prima la panna, poi il cioccolato” 2004, Editrice Effequ, “Chi è muto non parla” 2007, Simone Editore e , con Paolo Bolognesi, i gialli “Passato Imperfetto”, finalista del Premio Fedeli per il miglior romanzo poliziesco italiano 2008 e “Ordine del caos” 2009.

Il prossimo appuntamento è venerdì: Francesco Viviano e Alessandra Ziniti proporranno un ritratto inedito di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in "Visti da Vicino".

Gli “Incontri d’Autore” si terranno tutti all’Enoteca Comunale, alle 18 e 30,  in collaborazione con la Libreria Giunti al Punto e con la sponsorizzazione della DESPAR, oggi significativamente impegnata nella promozione della cultura della legalità grazie all’impegno del Gruppo 6GDO.