Dal 3 al 5 agosto infatti, distributori di benzina e self-service rimarranno chiusi. Non sarà dunque possibile, su tutto il territorio nazionale, rifornirsi di carburante. Lo sciopero è stato proclamato dalle organizzazioni dei gestori Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, che accusano l’industria petrolifera di spingere al fallimento i gestori e il Governo di “assistere muto alla violazione delle leggi”.
La serrata dei benzinai, come prevedibile, causerà non pochi disagi agli automobilisti, e soprattutto, a chi dovrà spostarsi per raggiungere le località di vacanza. La tre giorni di sciopero, si colloca nell’ambito di una serie di iniziative organizzate dai sindacati per sensibilizzare Governo ed opinione pubblica in merito alla crisi del settore.
Da lunedì 23 luglio, sospensione degli accordi collettivi per la parte riguardante il prezzo massimo di rivendita sui carburanti; da lunedì 30 luglio a domenica 5 agosto, sospensione dei pagamenti del rifornimento carburanti attraverso carte di credito, pago bancomat e carte bancarie; da venerdì 3 a domenica 5 agosto, chiusura di tutti gli impianti di rifornimento carburanti, self service compresi, sia su rete ordinaria che autostradale.
Una nota congiunta delle tre sigle sindacali, descrive sinteticamente i motivi della protesta, aprendo uno squarcio sui “comportamenti dell’industria petrolifera contestati. Ci sono – si legge nella nota – “accordi collettivi scaduti e non rinnovati; margini tagliati unilateralmente fino al 70%; licenziamenti forzati degli addetti alla distribuzione; rifiuto di adottare diverse tipologie contrattuali; discriminazioni sui prezzi che spingono fuori mercato migliaia di impianti senza possibilità di reazione alcuna, vendite autostradali totalmente cannibalizzate”.
Secondo i sindacati dei gestori sono oltre 20.000 le piccole imprese di gestione e circa 120.000 le persone colpite da questi “comportamenti”.