Il provvedimento, vistato dal procuratore Messineo, porta la firma del procuratore aggiunto Ingroia e dei sostituti Di Matteo, Del Bene e Sava. Gli imputati sono i mafiosi Bernardo Provenzano, Totò Riina, Leoluca Bagarella, Antonino Cinà e Giovanni Brusca; gli uomini delle istituzioni che, secondo l’accusa, avrebbero fatto da intermediari sono invece il deputato Calogero Mannino, il senatore Marcello Dell’Utri e gli ex ufficiali dei carabinieri Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno. Nell’elenco degli imputati figurano anche Massimo Ciancimino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e di calunnia nei confronti dell’ex prefetto Gianni De Gennaro, e l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, al quale si contesta la falsa testimonianza.
MANCINO SI DIFENDE - Le accuse in capo a Mancino fanno riferimento a quanto detto, e soprattutto a quanto taciuto, a proposito della trattativa intavolata da ufficiali del Ros coi capi della cupola, rappresentati da Vito Ciancimino. «Dimostrerò la mia estraneità ai fatti addebitatimi ritenuti falsa testimonianza e la mia fedeltà allo Stato».