Tutto quello che è successo non ha nulla a che vedere col progetto di governo della Sicilia e con una presunta contaminazione». Musumeci ha sciolto la riserva sulla sua candidatura alla presidenza della Regione, anche senza l’appoggio di Grande Sud e Partito dei siciliani. Ma ha subito voluto precisare che ci entrerebbe ben poco l’«annacquamento del progetto sicilianista, Negli ultimi otto giorni - ha continuato - mi sono prodigato in mediazioni tra le varie forze, ma mi sono accordo di muovermi in un terreno minato, reso insidioso da veleni e lividi prodotti dalle vicende politiche degli ultimi anni. Ho riscontrato un tasso di odio inimmaginabile». Piuttosto, ha rivendicato che la sua candidatura, lanciata a giugno da Urso e a Ferragosto da Miccichè, è l’unica che non è stata decisa nelle segreterie romane. Invece, ci sarebbe stato lo zampino del presidente della Camera, Fini, nella decisione di Miccichè e dei lombardi ani del Partito dei siciliani di defilarsi. Così, il centrodestra avrà due candidati.
«Non voglio aprire polemiche con Fini - ha detto Musumeci nel corso della conferenza stampa tenuta a palazzo dei Normanni - e, d’altronde, i nostri rapporti sono noti. Credo che il telefono della presidenza della Camera, in questi giorni, sia stato impegnato in lunghe conversazioni con Palermo e Catania e questo la dice lunga sul reale interesse nei confronti della Sicilia. Come si ricorderà, lasciai An, perché Fini non accettò la regionalizzazione del partito. All’epoca ero eurodeputato. Presi più voti di Fini. Non l’avessi mai fatto».
Musumeci, dunque, porterà avanti la sua battaglia per la conquista della presidenza della Regione con l’appoggio di Pdl, Pid, Adc, La Destra e la componente Farefuturo di Urso che ieri, durante la conferenza stampa, era a palazzo dei Normanni con Storace e Scalia. «Non ho alcun ripensamento - ha aggiunto Musumeci -, ma non nascondo l’amarezza per la decisione di Grande Sud e degli autonomisti di non sostenermi. Eppure, era stato Miccichè a fare il mio nome. Tuttavia, mi auguro che il mio amico Gianfranco possa ripensarci per il rapporto umano che ci lega e per l’intuizione politica che ha avuto lanciando per primo la mia candidatura. Lavorerò per recuperare soggetti e forze politiche che, in questo momento, hanno decisio di assumere scelte per me dolorose, ma che non mi fanno arretrare di un millimetro. Qualcuno dice che il mio progetto sia saltato? E’ falso. Credo che le ragioni siano diverse e riconducibili ad altri tavoli, ad altri palazzi, ad altre città. Non mi si può chiedere di trattare con le segreterie dei partiti svolgendo un ruolo diverso da quello che intendo svolgere, cioè fare da collegamento tra il Palazzo e la gente».
La scelta di Musumeci è stata apprezzata da Urso: «Condivido pienamente la decisione di Musumeci di andare avanti con un appello alle energie migliori della Sicilia. Ciò dimostra, ancora una volta, che è il migliore candidato possibile, oggi più che mai. Un candidato libero, autorevole, popolare ». Per il co-coordinatore del Pdl, Castiglione, «adesso il quadro di questa tornata elettorale è chiaro ed evidente a tutti gli elettori siciliani: da una parte ci sono le forze politiche che hanno sorretto e sostenuto in questi anni il disastroso governo Lombardo; dall’altra, il Pdl con le sue due liste e tutti coloro che si sono opposti a questo sistema che ha portato la Sicilia nello stato in cui versa». Anche da Misuraca è arrivato il sostegno «al progetto di Musumeci». E’ annunciata per oggi una riunione di tutte le componenti politiche che sostengono il candidato alla presidenza della Regione, «per elaborare la strategia di una campagna elettorale che condurremo con passione e determinazione». Apprezzamento per Musumeci è stato espresso dal presidente del Pid, Romano, e dal presidente della commissione Attività produttive dell’Ars, Caputo, amico di Musumeci fin dai tempi del Msi.
Miccichè ha ufficializzato ieri la sua candidatura alla presidenza della Regione.
Miccichè ha rotto gli indugi dopo aver ricevuto il sostegno del Partito dei siciliani, Movimento popolare e Fli, oltre, ovviamente Grande Sud.
E’ stato un vertice di pochi minuti quello che ha deciso la candidatura: ha visto protagonisti il segretario del Partito dei siciliani, Pistorio, di Fli, Briguglio, di Grande Sud, Fallica, e il presidente dell’Mps, Savona. «Da questo momento - ha detto Miccichè - il mio impegno sarà rivolto all’allargamento ulteriore della base politica, già molto forte, che mi sostiene».
«La candidatura di Miccichè - ha sottolineato il capogruppo dell’Mpa all’Ars, D’Agostino - possiede le caratteristiche giuste per interpretare pienamente le esigenze di un governo a trazione sicilianista, ma soprattutto libero dai giochetti e dai complessi di subalternità ai partiti nazionali. E’ una proposta politica seria e che apre grandi prospettive, non solo di vittoria, ma soprattutto per il futuro dell’esperienza politica degli autonomisti in Sicilia e in Italia. E mentre altri candidati stentano ad allargare la propria coalizione, gli unici elementi di novità e di vitalità provengono dal nostro fronte, certamente oggi il più forte in Sicilia».
Per Savona (Mps), presidente della commissione Bilancio dell’Ars, con Miccichè si potrà mettere in campo, «un progetto concreto, che risponderà in prima battuta ai tagli imposti dal governo nazionale e recepiti nel disegno di legge del bilancio 2013. Si tratta di tagli assai incisivi sulla spesa regionale, che ha oltretutto subito un ridimensionamento nelle finanziaria 2012, rispetto ai quali si dovrà applicare certamente un processo di razionalizzazione sugli sprechi ancora esistenti, per una effettiva riqualificazione della spesa pubblica». Ha aggiunto Savona, polemicamente: «Non condivido
l’eccesso di rigore di stampo terroristico portato avanti dall’assessore all’Economia, Armao. Possiamo ottimizzare le spese e si può creare sviluppo, con un governo che abbia a cuore un progetto per i siciliani».
Per oggi, il segretario regionale del Pd, Lupo, ha convocato la segreteria del suo partito per fare il punto sulla situazione
politica, in particolare sulle difficoltà di un’alleanza con i partiti della sinistra, contrari all’intesa con l’Udc e alla candidatura di Crocetta. Due punti che per Lupo non possono essere messi in discussione. Vedremo.
CASINI. ''Ogni realta' ha le sue peculiarita'. Noi appoggiamo un candidato, Rosario Crocetta, che dimostrato di essere un ottimo amministratore come sindaco di Gela, si e' distinto nella lotta alla mafia e ha rifiutato la deriva estremistica di un pezzo di sinistra, Idv e Sel, che non a casa presenta altri candidati''. Lo spiega, intervistato dal quotidiano ''Il Messaggero'', il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, parlando dell'intesa raggiunta con il Pd per le elezioni in Sicilia.