Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
26/09/2012 10:46:40

Mazara. Ceramiche sui monumenti senza l’ok della Sovrintendenza

Il bene architettonico in questione è quello che si trova all’angolo tra via Pino e via Garibaldi, in pieno centro storico. Fu sottoposto a vincolo nel 1909, data della notifica, dallalegge n. 364. Il paragone con l’anfiteatro Flavio non sembri azzardato, poiché la stessa norma tutela sia il Colosseo che piazza san Pietro in Roma. Ebbene l’attenzione del ceramista si è soffermata anche ove non si può – senza preventiva autorizzazione rilasciata dalla Soprintendenza di Trapani – apponendo una targhetta in ceramica col nome della via: ‘Pino’ (la toponomastica è peraltro già presente).

Il QdS ha contattato il responsabile della sezione ‘beni architettonici’ della Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani, Gaspare Bianco. L’autorizzazione è stata chiesta o no? “Io non l’ho mai firmata – risponde secco il vice soprintendente – e sono, dall’agosto 2010, l’unico responsabile di questo palazzo”. C’è un'altra autorità che può rilasciare al posto suo la prescritta autorizzazione? “Qualora vi fosse un parere favorevole del settore ‘paesistica’, l’autorizzazione deve essere rilasciata in forma congiunta, e quindi, non posso essere scavalcato”.

Tali immobili ricevono la notifica del vincolo, (art. 2 della legge 1089 del ’39), “a causa del loro riferimento con la storia (…) dell'arte e della cultura in genere.(…)Sono state riconosciute di interesse particolarmente importante (…) dal Ministro per l'educazione nazionale”. La legge è chiara e prevede delle sanzioni molto salate, (art. 59) con arresto, da sei mesi a un anno, ed ammende fino a 37 milioni delle vecchie lire.E la norma seguente (art. 60 e postilla) sanziona, inoltre, (da 500 a 10 mila lire, da moltiplicare per otto, e poi per cento, in base a leggi successive) coloro i quali (art. 22) affiggono manifesti, cartelli, pitture, iscrizioni ed altro.

Un altra tegola economica potrebbe abbattersi sull’amministrazione. C’è già, infatti, una richiesta alla Giunta, da parte della Corte dei conti, di restituire 50 mila euro per illecite distribuzioni di incarichi a consulenti esterni.

 

Alessandro Accardo Palumbo