Ingroia, ricordando che la magistratura "non può essere subordinata alle regole della ragione di stato e della politica" e sottolineando che proprio per le ragioni di Stato e la politica "ci è stato detto che l'inchiesta non doveva essere fatta", ha spiegato che sul tema "bisogna aprire un serio e franco dibattito che mi sarebbe stato più disagevole portare avanti se fossi stato ancora magistrato di quell'inchiesta", facendo intendere che dal Guatemala potrebbe intervenire sulla questione.
Il coordinatore della Dda di Palermo, che proprio lunedì andrà in Guatemala per ricoprire l'incarico di capo dell'unità di investigazione della commissione internazionale contro la impunità, ha sottolineato inoltre l'importanza di far venire a galla la "verità su fatti non ancora chiariti della nostra storia. Se la democrazia vuol fare un passo avanti - ha concluso - deve fare in modo che la verità venga fuori".