E la trattativa per il rilascio è sempre più difficile. Sono stati fermati dai miliziani cirenaici a circa 40 miglia dalle coste libiche. Si doveva tenere un processo due giorni fa al Tribunale di Bengasi, ma tutto è slitatto.Il collegio giudicante del capoluogo cirenaico è tornato a riunirsi soltanto martedì perchè dal 24 e fino al 28 ottobre tutti gli uffici sono rimasti chiusi per la celebrazione della tradizionale festa dell'agnello ("Id al-Kabir"). Nel frattempo, da qualche giorno, si trova a Bengasi il presidente del Distretto della Pesca, Giovanni Tumbiolo, che già la scorsa estate, insieme con il console italiano Guido De Sanctis, aveva seguito l'iter per il rilascio dei tre pescherecci mazaresi «Antonino Sirrato», «Boccia II» e «Maestrale» sequestrati dal 7 giugno al 8 luglio.
Tumbiolo, in sinergia con l'Ambasciata italiana a Tripoli ed insieme con De Sanctis, già designato ambasciatore in Qatar, sta seguendo da vicino la situazione incontrando diversi rappresentanti politici e militari libici. «Insieme alle autorità diplomatiche italiane abbiamo avviato contatti a tutti i livelli. Speriamo - ha dichiarato Tumbiolo - che il neo presidente libico Ali Zeidan ed il presidente della Repubblica Mohamed Al Magrif, possano accogliere la richiesta di rilascio dei pescherecci».
Complicata infatti appare la situazione del motopesca «Daniela L» che, già sequestrato in passato in Libia, secondo le leggi del Paese, rischierebbe la confisca. «L'avvio di un processo di cooperazione tecnica e produttiva nel settore della pesca con il nuovo Governo Libico rappresenta la soluzione dell'annosa e drammatica questione dei sequestri dei pescherecci nella zona libica protetta alla pesca». Previsto invece per oggi un incontro con il nuovo ministro libico della Pesca. Tumbiolo e De Sanctis hanno poi richiesto al procuratore di Bengasi che la vicenda dei pescherecci venga affrontata quanto prima. I due hanno fatto visita ai membri ai quattordici membri dell'equipaggio dei due motopesca (sette mazaresi, cinque tunisini, un ghanese ed un altro marittimo ancora non identificato); fra questi anche il 51enne Antonino Cittadino ritornato a bordo dopo un malore che nei giorni scorsi lo aveva costretto ad un ricovero nell'ospedale di Bengasi. Il diplomatico italiano ed il presidente del Distretto hanno anche incontrato i vari gruppi di miliziani al fine di trovare una soluzione per il rilascio dei natanti, ciò dimostra come ancora, nonostante la formazione del nuovo Governo libico, manchi un collegamento politico fra la capitale Tripoli e la regione di Bengasi.
L'INCONTRO. A Tripoli si è svolta una riunione nella sede del Ministero della Pesca, tra Tumbiolo, le autorità libiche e i miliziani di Bengasi. Si è parlato proprio del sequestro sequestro dei pescherecci mazaresi e delle possibilità di cooperazione nel settore della pesca tra la Libia e l'Italia.
«L'incontro si è protratto per oltre 4 ore ed è stato positivo - ha dichiarato Tumbiolo - poichè abbiamo favorito il dialogo tra due soggetti che non si parlavano, i miliziani e il nuovo governo di Tripoli. Tutto lascia sperare che i rapporti tra Libia e Italia siano destinati a migliorare soprattutto per quanto riguarda la cooperazione nel settore della pesca. Inoltre devo ringraziare il neo governatore siciliano Rosario Crocetta che si sta interessando degli sviluppi della vicenda. Mi ha telefonato per capire innanzitutto che modo si sta evolvendo la situazione».