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14/11/2012 05:59:56

Trapani - Milo: il Cie è una bomba che sta per esplodere

 Ogni giorno si registrano contestazioni, atti di autolesionismo e tentativi di fuga. Come denunciato dai poliziotti qualche tempo fa, inoltre, ci sono anche delle rivolte organizzate.  Maria Rita Pega e Roberto Barbieri dell'associazione "Medici per i diritti umani" di Roma,  hanno visitato nei giorni scorsi il centro. "La situazione - affermano i due medici - è esplosiva.  In circa tre ore abbiamo potuto contare circa una decina di tentativi di fuga.C'è un clima tesissimo all'interno della struttura che attualmente conta 133 ospiti, la maggior parte di origine tunisina o marocchina. Quando stavamo uscendo inoltre, era in corso una protesta per il servizio lavanderia. La tensione e il disagio riscontrati al Cie di Milo - aggiungono - non li abbiamo mai percepiti, in maniera così intensa, in nessun'altra struttura del Pese".

A ciò si aggiunge la condizione dei lavoratori che operano nel centro. Le segreterie di Fiscascat Cisl e di Uiltucs Uil ieri hanno organizzato a giornata di sciopero del personale dipendente in servizio al Cie di Milo perchè non ha ancora percepito gli stipendi dei mesi di settembre e ottobre.
Il  Consorzio che gestisce il centro di identificazione ed espulsione ha comunicato ai sindacati di avere autorizzato il pagamento di una sola mensilità, ma questo non è stato sufficiente a far sospendere la giornata di mobilitazione.

Per Maria Rosa Pega e Roberto Barbieri, ad accrescere la tensione, non solo i lunghi tempi di permanenza che, secondo la direzione sanitaria ammontano a sette mesi, anche la scarsa qualità dei servizi e l'assenza di attività ricreative e spazi liberi. Una situazione che, come sottolineano i due medici "è ulteriormente peggiorata da quando, la nuova cooperativa che gestisce la struttura, si è aggiudicata la gara d'appalto, con un forte ribasso: da 38 euro a persona a 28 euro". I rappresentanti dell'associazione, hanno anche evidenziato che all'interno del centro attualmente opera una sola psicologa, assolutamente insufficiente ad assicurare un adeguato servizio a tutti gli extracomunitari".

Altro primato negativo, l’alta percentuale di dinieghi: 28 dei 73 richiedenti asilo di Milo sono stati auditi dalla Commissione e di questi 13 hanno ricevuto un «no».
 

Le informazioni raccolte nel corso dell'operazione di monitoraggio di tutti i Cie che insistono nel Paese, avviata dall'associazione "Medici per i diritti umani" all'inizio dell'anno, che si concluderà con l'elaborazione di un rapporto completo sui centri di identificazione ed espulsione, per Nicola Barbieri e Maria Rosa Pega, è solo l'ennesima conferma dell'inefficienza della macchina delle espulsioni.

Un sistema, che non garantisce i diritti umani fondamentali. I due medici, nel corso della loro visita, hanno avuto l'opportunità di incontrare il giovane tunisino che, nelle scorse settimane, durante un tentativo di fuga, ha riportato fratture scomposte ad entrambi i talloni e che è stato sottoposto ad un intervento chirurgico. "Riteniamo - hanno sottolineato i rappresentanti dell'associazione - che le sue condizioni, siano incompatibili con la permanenza all'interno della struttura. Di questo, informeremo la prefettura".

I CIE IN ITALIA. Nel 2011 sono stati 7735 (6832 uomini e 903 donne) i migranti trattenuti nei 15 centri di identificazione ed espulsione (CIE) operativi in Italia e di questi solo la metà (3880) sono stati effettivamente rimpatriati. I dati nazionali 2011 sui CIE, forniti dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, confermano che queste strutture, oltre ad essere del tutto inadeguate a garantire la dignità e i diritti fondamentali dei migranti trattenuti, si dimostrano, nei fatti, pressoché irrilevanti e scarsamente efficaci nel contrasto dell’immigrazione irregolare. Il prolungamento a 18 mesi dei tempi massimi di trattenimento (giugno 2011) sembra aver contribuito unicamente ad esacerbare gli elementi di violenza e disumanizzazione dei CIE come già rilevato nel recente rapporto di Medici per i Diritti Umani (MEDU) Le sbarre più alte e come dimostra la serie senza precedenti di rivolte e fughe di massa dell’ultimo anno (787 i migranti fuggiti dai CIE nel 2011 rispetto ai 321 del 2010). Un dato che sconcerta è l’alto numero di cittadini dell’Unione europea internati nei centri di identificazione ed espulsione.
Nel 2011, infatti, sono transitati nei CIE ben 494 migranti di origine rumena, terza nazionalità in assoluto per numero di presenze.