Il consorzio ha saldato i suoi debiti con il personale grazie a un fido bancario, ottenuto con la mediazione della Prefettura che ha fatto da garante. Si chiude così la vertenza che ha impegnato per circa un mese gli infermieri, i mediatori, gli operatori e gli interpreti del centro, protagonisti di agitazioni, incontri prefettizi, scioperi e occupazioni pacifiche.
Le denunce fatte in questi giorni dai dipendenti hanno acceso i riflettori su alcune anomalie nella gestione della struttura, sull'eccessivo ribasso con cui il consorzio si è aggiudicato l'appalto e sulla conseguente contrazione di servizi. Sono state segnalate la carenza di farmaci e beni di prima necessità, la pessima qualità del cibo e le precarie condizioni strutturali di un centro che, a un anno dalla sua apertura, è stato chiuso parzialmente per consentire dei lavori di messa in sicurezza (50 migranti sono stati trasferiti per questo al Cie di Bari) dopo essere stato trasformato in un terreno di guerriglia per le continue rivolte e i tentativi di fuga dei trattenuti.