A lanciare l'allarme è stato il segretario provinciale della Uil, Giovanni Angileri, intervenendo ieri mattina al convegno sul tema: «Pesca illegale e diritto internazionale del lavoro» organizzato dalla Uila-Pesca che lo ha svolto nell'aula consiliare per l'occasione gremita di studenti.
Durante il convegno sono stati presentati i risultati di una ricerca realizzata dalla Uilpesca e dal Cres con il contributo della Direzione generale pesca del Mipaaf. Ad illustrare la ricerca è stato Fabrizio De Pascale, segretario nazionale Uila-Pesca, il quale attraverso un excursus storico, a partire dal dopoguerra, ha stigmatizzato l'attuale decisione di alcuni Paesi della riva sud del Mediterraneo di istituire delle zone vietate alla pesca estese oltre il limite, internazionalmente riconosciuto, delle 12 miglia.
La questione dei sequestri è stata ripresa dal sindaco Nicola Cristaldi il quale ha ricordato che dallo scorso 7 ottobre si trova sotto sequestro a Bengasi il motopesca «Daniela L» con a bordo due uomini, mentre il resto dell'equipaggio è tornato giovedì scorso con il peschereccio dissequestrato: il «Giulia P. G. »,
«La questione dei sequestri - ha detto Cristaldi - è la punta dell'iceberg del risultato della politica europea della pesca giudica illegale alcune nostre pratiche di pesca perché ha una prospettiva nord-atlantica. Altro scempio è quello di aver favorito la demolizione dei pescherecci i cui contributi sono serviti solo a pagare i debiti degli armatori e non certo a rinnovare il sistema. Questa è cultura della morte. Mi chiedo: dov'era Federpesca? ».
Pierluigi Talamo, segretario generale Uila-Pesca, ha auspicato l'intervento di un organismo mondiale per fissare delle regole condivise fra tutte le marinerie che operano nel Mar Mediterraneo. Stefano Mantegazza, segretario generale Uila ha così concluso: «Da Mazara del Vallo, simbolo della pesca mediterranea, deve partire un processo di rinnovamento del settore che guardi in primis al lavoratore, alla sua sicurezza e ai suoi diritti».