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04/12/2012 05:03:24

Processo per usura a Bilardello, testi reticenti. Don Caradonna, continua il processo per circonvenzione di incapace

Ieri hanno testimoniato altre persone, coinvolte nel presunto giro di usura, e si è completato l'elenco dei testi dell'accusa. Va detto comunque che i testi, pur confermando nella sostanza quanto dichiarato ai pm in fase di indagine, sono sembrati abbastanza reticenti. C'è chi ha detto di aver pagato solo poche cambiali emesse nell'ambito di un rapporto di lavoro con Bilardello, c'è chi addirittura ha detto che non era neanche a conoscenza di avere un debito con l'imputato di 75.000 euro. Dalla prossima udienza, il 15 Gennaio, alle 15, si cominceranno ad ascoltare i testi chiesti dalla difesa. Anche nell'udienza precedente c'erano state versioni contrastanti. Chi ha raccontato di dover restituire cambiali con interessi del 120 per cento annui rispetto al denaro contante ricevuto, chi ha invece detto che le somme da dare non erano interesi ma "regalie".Il processo scaturisce da un'indagine della sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza presso la Procura della Repubblica di Marsala. Oltre a Bilardello, titolare di un negozio di autoricambi, finito in carcere il 19 Giugno del 2009, gli imputati sono Pietro De Vita, di 49 anni, dipendente di Bilardello, allora posto ai domiciliari, Elisa Conticelli Ottoveggio, di 53, il mazarese Bartolomeo Pacetto, di 51, all’epoca direttore dell’agenzia di Petrosino della Banca Popolare di Lodi, Giuseppa Errante Parrino, di 50 anni, commerciante, Nicolò Salvo, di 48, entrambi di Castelvetrano, e Giuseppe Burzotta, di 62, di Mazara. A difenderli sono gli avvocati Paolo Paladino, Massimo Mattozzi, Vincenzo Bonanno e Giovanni Lentini. I reati contestati sono quelli di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria.Vittime dei prestiti a «strozzo» sarebbero stati piccoli commercianti, agricoltori e altri normali cittadini ai quali le banche chiudevano le porte in faccia. Non avevano più nulla da presentare in garanzia. Bilardello, De Vita, Pacetto e Conticelli sono, inoltre, accusati anche di associazione per delinquere. I tassi d’interesse praticati sarebbero stati, in alcuni casi, di oltre il 450 per cento annuo. L’operazione, nel giugno di tre anni fa, sfociò anche nel sequestro della «Autoricambi di Bilardello Giacomo», di quote (per oltre 100 mila euro) di due società dello stesso commerciante e di beni immobili per un valore di oltre 300 mila euro.  Parte civile nel processo sono una dozzina di presunte vittime e la locale Associazione antiracket e antiusura, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Gandolfo. Nell'udienza di ieri era previsto anche l'intervento degli imputati, ma hanno tutti rifiutato di intervenire. 

CARADONNA. Continua oggi davanti al giudice monocratico di Marsala il processo a Don Vito Caradonna, accusato di circonvenzione di incapace. L'ex parroco di San Leonardo, vittima della dipendenza da gioco (in particolare dal Gratta & Vinci),  è stato raggiunto qualche mese fa da un provvedimento di divieto di dimora a Marsala perchè avrebbe sottratto circa 70.000 euro ad un suo parrocchiano. Davanti al giudice monocratico, dove si tiene il processo,ha già  deposto il fratello dell'uomo raggirato, che, a proposito del prestito ha detto che di "non aver mai temuto per la restituzione". E di non aver "mai dubitato" della correttezza di Don Vito Caradonna. L'ordinanza di divieto di dimora per Caradonna è stata tra l'altro revocata. Il sacerdote - che ha in corso anche un processo per tentata violenza sessuale, sempre a Marsala - è difeso dall'avvocato Luigi Pipitone.Il processo riprenderà oggi,  quando verranno chiamati a deporre altri quattro testi citati dalla difesa.