Ha raccontato di aver conosciuto Giuseppe Aleci tramite Mauro Marin, un suo vicino di casa ed ex inquilino della casa del “Grande Fratello” che, con Aleci aveva pubblicato il suo libro e con il quale si era trovato molto bene. Così dice la Faccio: “Avevo l’intenzione di pubblicare una mia biografia, e così mi misi in contatto con Aleci tramite Mauro Marin che mi consigliò questo editore.
Pm Petralia: “Aleci voleva che venissero fatti i nomi?” Sonia Faccio: “Lui era molto interessato ai nomi dei personaggi che erano essere presenti nel libro. Mi ero informata con un avvocato che mi aveva detto che si potevano fare solo riferimenti. Ma l’Aleci iniziava a perdere tempo e a non rispettare la data di pubblicazione”. Continua il suo racconto la Faccio, dicendo che iniziava ad insospettirsi del fatto che l’editore continuava a perdere tempo, che le diceva di non parlarne più per telefono e che si dovevano sentire tramite Skype e la chiamava con numeri telefonici sempre diversi. Faccio: “Lui era interessato ai nomi dei calciatori e al politico. Io risposi che se lui voleva pubblicare quei nomi doveva chiedere la liberatoria e ho dato dei numeri di telefono affinchè, da come mi diceva lui, chiedesse queste liberatorie. Ad un certo punto i sospetti erano qualcosa di più e iniziai a stare al suo gioco, cercando di capire dove voleva arrivare.
Ormai era chiaro che mi prendeva in giro ed è arrivato a chiedermi anche soldi. A quel punto, visto che non avevo delle prove, decisi di farlo parlare su skype. In alcune conversazioni che ho stampato e consegnato quando ho fatto la denuncia, dissi che Bojnov sgancia e Aleci continuò dicendo, più di tutti Squarcia e Branciamore. A Marzo 2011 mi sono preoccupata quando ho visto la trasmissione delle Iene e sono andata a denunciare il tutto dai Carabinieri. Ho chiamato Giorgio Squarcia, un mio ex fidanzato, e ho cercato di capire se era stato ricattato. Ma lui mi rispose che non potevano parlarne per telefono. Così feci di testa mia e chiamai Aleci, dicendogli del perché aveva ricattato Giorgio Squarcia. A questa domanda - continua la Faccio – Aleci mi rispose che si erano messi d’accordo”.
Toccato dalle domande del Pm Petralia anche il “capitolo” Branciamore, l’attore protagonista della serie Tv “I Cesaroni”. Branciamore chiese alla faccio di togliere la parte che lo riguardava dal libro, ma lei rispose che ormai aveva firmato un contratto e che non poteva farci nulla. Alla domanda del Pm sulle minacce subite, la Faccio ha detto di averle ricevute quando ancora non conosceva Aleci e prima che avesse inizio la vicenda dell’Imart. La deposizione di Sonia Faccio è stata preceduta dagli altri testi oggi citati, Silvia Poli e Alessandro Aletto, un collaboratore di Aleci presente alla riunione di Milano dove si fece l’accordo per la pubblicazione del libro. La Poli, che ha scritto il libro, è un insegnante toscana, che ha conosciuto Sonia Faccio tramite un amico, e con la quale si sono accordate per la scrittura della autobiografia dell’attrice.
Ha iniziato a scriverlo e poi consegnato le bozze via e-mail ad Aleci, dicendo che nella copia inviata all’editore i nomi dei personaggi che hanno avuto degli incontri con la protagonista non erano esplicitati. Ha ricordato al Pm di aver conosciuto Giuseppe Aleci in un ristorante di Milano assieme a Sonia Faccio, ed un altro signore che accompagnava l’Aleci, e che quest’ultimo era molto interessato a conoscere quei nomi. Ha infine confermato, dopo una contestazione del Pm Petralia, le dichiarazioni precedentemente rese, in cui affermava che la Faccio le aveva detto che a Squarcia e a Branciamore erano stati chiesti dei soldi.
Alla prossima udienza fissata il 31 gennaio 2013, alle ore 09.30, saranno citati i testi: Giulio Golia, (conduttore tv e autore del servizio che riguarda la Imart alle Iene), Matteo Branciamore, Fabio Galante, Reginaldo, Dallen e Battaglia.
Riprende oggi a Marsala il processo che vede imputati il presidente e il direttore della "Imart Edizioni", la casa editrice che avrebbe dovuto pubblicare il libro della pornostar Di Leo; secondo la denuncia della pornodiva, e le indagini della Procura, sarebbero stati proprio loro due a richiedere del denaro ai vip: dovevano pagare affinchè non si parlasse di loro.
Tanti i vip coinvolti nella vicenda, cominciando da Matteo Branciamore, l'attore diventato famoso grazie al telefilm I Cesaroni. L'interprete di Marco Cesaroni è stato l'unico, tra le parti offese, a chiedere tramite i propri legali di costituirsi parte civile nel processo per tentata estorsione avviato davanti al giudice monocratico del Tribunale di Marsala Roberto Riggio. Gli imputati sono Giuseppe Aleci, 36 anni, di Marsala, presidente e direttore commerciale della Imart Edizioni, e Gaspare Richichi, 28 anni, di Bagheria (PA) direttore editoriale della stessa casa editrice.
Aleci e Richichi sono accusati di aver tentato di estorcere denaro ad alcuni personaggi famosi del mondo dello sport e dello spettacolo che sarebbero stati clienti e amanti della pornostar Lea Di Leo, nome d'arte di Sonia Faccio. Le vittime avrebbero dovuto sborsare somme di denaro che andavano da 10 a 40 mila euro per eliminare i loro nomi e gli imbarazzanti particolari dei rapporti sessuali dal libro autobiografico scritto dalla Di Leo e che la Imart avrebbe dovuto stampare. Oggi verranno ascoltati i primi tre testi. Tra questi compaiono i nomi di Sonia Faccio e Silvia Poli, la seconda ha aiutato la Faccio a scrivere la bozza del libro, mai stampato.
Una quarantina di giocatori di Serie A, un paio di campioni del mondo, il capitano del Milan, politici amanti delle ammucchiate, e perfino la star dei Cesaroni. Sul calcio (e non solo) soffia forte il ciclone Lea Di Leo, pornostar di mestiere, al secolo Sonia Faccio.PROSITUZIONE A TRAPANI. Continua a Trapani il processo relativo ad un giro di prostituzione in città. Nell'ultima udienza il pm Tarondo ha chiesto l'acquisizione del rapporto della Squadra Mobile del 2012 sull'indagine, rapporto che contiene clienti, conversazioni, modalità delle prestazioni sessuali. Sotto processo sono finite sette persone, Giuseppe Lucchese, titolare di uno dei due locali coinvolti nell'inchiesta, Giovanni Battaglieri, Arina Vishnevetskaya, Silvia Kopcova, Giuseppe Ruggirello, consigliere comunale, Nicola Ruggirello, Leonardo Gianno e Maria Bevilacqua. Secondo gli inquirenti, nei night gestiti da Giuseppe Lucchese e Giuseppe Simone veniva esercitata l'attività di prostituzione. Giovani ballerine si sarebbero prostituite, all'interno dei privè, in cambio di denaro. Giuseppe Ruggirello, funzionario dell'Agenzia delle entrate e consigliere comunale, sarebbe stato uno dei clienti più assidui. Secondo gli investigatori forniva ai titolari dei due night club notizie riservate circa verifiche fiscali da programmare. In cambio avrebbe chiesto un corrispettivo in consumazioni e rapporti sessuali con le ragazze che lavoravano presso i due night club. Il processo è stato rinviato al 14 gennaio.
Carlo Rallo