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17/12/2012 09:31:12

Alla ricerca del maestro di Vigevano

 La città ha 60.000 abitanti, e vive in una certa agiatezza. Il settore calzaturiero non tira più come negli anni cinquanta, ma si é diversificato nella produzione di accessori e macchine per la produzione delle scarpe. La casa di Lucio Mastronardi non é distante dalla Piazza Ducale, che é considerata tra le più belle d'Italia, un vero gioiello rinascimentale. Di forma rettangolare, sotto la Torre del Bramante e la facciata del Castello, ha su tre lati il porticato, e le facciate intarsiate a riquadri. Il quarto lato, uno dei due brevi, mostra la facciata della Cattedrale, che ha stile nordico barocco e non stona con il resto. Nella libreria sotto i portici vado a cercare nel settore dei narratori i libri dello scrittore, e non li trovo. Alla cassiera chiedo come mai, e mi risponde che i vigevanesi non sanno valorizzare i loro illustri concittadini. Un assistente mi indica il settore degli autori locali, e là trovo "Il maestro di Vigevano", confuso tra raccolte di aneddotica locale. Il libro fece epoca e letteratura nell'Italia degli anni 60. In quello stesso lasso di tempo in cui usciva il romanzo storico "II Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e il racconto disperato de "La vita agra" di Luciano Bianciardi. Tutti e tre questi romanzi danno la chiave di lettura dell'Italia, in termini rispettivamente provinciali, storici e documentaristici. Andandomene dopo un acquisto dalla libreria, rimprovero educatamente la cassiera della scarsa considerazione del loro illustre scrittore, e mi dice che riferirà a chi sta sopra di lei, ma può fare poco perché é una precaria del periodo natalizio.
Quel'era l'Italia del maestro di Mastronardi? Certo un'altra rispetto ad oggi. C'erano le speranze che nascevano dalla crescente ricchezza nazionale, ma anche si sentivano sottotraccia l'insicurezza e l'insoddisfazione, che sarebbero emerse non molti anni dopo, alla fine degli anni 60 nella rivolta giovanile e di seguito negli anni bui delle stragi e degli attentati.
L'Italia sopravvisse ai traumi senza cambiamenti radicali. I traguardi raggiunti dai ricchi e gli sprofondamenti dei poveri continuarono a caratterizzarla, fino ai nostri giorni. Le interpretazioni degli scrittori produssero più conoscenza, ma scorsero come gocce d'acqua, lasciando immutato il sistema sociale ed economico.
La neve sulla piazza e sui tetti rende tutto irreale. Mastronardi é una figura evanescente che compare e scompare dietro le colonne dei portici, e spera nel ricordo dei visitatori.
Un piccolo marmo sulla facciata della casa dello scrittore ricorda che é morto nel 1979. Le drammatiche ironie avvenute nella famiglia del maestro aleggiano là dentro, dietro le persiane chiuse e sgangherate. La Finanza che allora indagò, e porto quasi al fallimento l'azienda familiare, oggi cerca ancora gli evasori fiscali, con minore risultati. Il maestro era ingenuo nella sua illusione di arricchirsi, e destinato a perdere. Ma perse anche l'Italia in quella universale competizione plutocratica. Dalla provincia vigevanese la previsione di quel che non sarebbe andato bene restò inascoltata, come sempre avviene per quelle voci che, in anticipo sui tempio, rivelano il possibile futuro.
Leonardo Agate