Si tratta di una violenta lite - iniziata in piazza Fiera e conclusa all'interno di un negozio di abbigliamento gestito da cinesi, nei pressi del passaggio a livello ferroviario al confine con Petrosino - in cui ha avuto la peggio il 24enne Ionut Bouleadra, al quale fu conficcato un cacciavite in testa. Ciò nonostante, il giovane riuscì a sopravvivere. Nell'ultima udienza, a scagionare l'imputato alla sbarra è stato il fratello, Laurentiu Ciubotaru, 37 anni, che per quella rissa ha già patteggiato la pena ed è stato condannato dal gup a 4 anni e 8 mesi di carcere.
Già condannato, con rito abbreviato, a 5 anni, anche il 25enne Filip Nita Florin. Adesso, in aula, Laurentiu Ciubotaru ha dichiarato: «Sono stato io a colpire Ionut, per difendere me e mio fratello». Spiegando di avere agito per legittima difesa. Buleandra, intanto, assistito dall'avvocato Luigi Pipitone, si è costituito parte civile. A difendere Marian Ciubotaru è, invece, Arianna Rallo. A indagare ssono stati i carabinieri.
Tre sono stati i testi, tra protagonisti e testimoni oculari della vicenda, che nell'ultima udienza hanno risposto alle domande del pubblico ministero Francesca Rago. Tra questi, un ragazzo tunisino minorenne che ha affermato che quel giorno, in piazza Fiera, gli è andato incontro un cugino di Ionut Buleandra che gli ha chiesto di chiamare subito i carabinieri. Dicendogli dalla parte della strada c'era Ionut gravemente ferito e che il giovane tunisino ha dichiarato di avere visto con un cacciavite in mano. Poco dopo, ha visto Marian Ciubotaru con sangue sul viso. Nita Florin ha, invece, detto che si trovava in piazza Fiera con la sorella e con Ionut ha iniziato a scherzare. Ma poi sarebbero state tirate in ballo le madri, apostrofate con parole offensive. A quel punto, sarebbe intervenuto Marian che avrebbe chiesto di smetterla con quei discorsi. Ionut avrebbe, quindi, cercato di colpirlo con un cacciavite. Sul pretorio, infine, Laurentiu Ciubotaru ha affermato: «Inseguivamo Ionut perché volevamo fermarlo e portarlo ai carabinieri, ma lui scappava. Abbiamo temuto che volesse fare del male a me e a mio fratello Marian. Per questo l'ho colpito». In precedenza, Mona Gabriela Tabacaru, fidanzata di Buleandra, che all'epoca lavorava in un bar di Strasatti, aveva detto che qualche giorno prima della rissa un connazionale (che era con alcuni degli aggressori) le aveva fatto proposte sessuali, ma che lei aveva rifiutato.
DROGA. Un giovane di 30 anni, Vincenzo Papa, è stato condannato a due anni e quattro mesi e una multa di dodicimila euro per detenzione di sostanze stupefacenti. La sentenza è stata emessa dal gup di Trapani Massimo Corleo. Papa era stato fermato, il 4 aprile dagli agenti della Sezione antidroga della squadra mobile poco dopo essere sceso da un pullman proveniente da Palermo. Sottoposto a perquisizione era stato trovato in possesso di 54 grammi di cocaina ed una modica quantità di hashish ed eroina. Il blitz era scattato dopo una serie di appostamenti. Già da alcuni giorni infatti il giovane era sotto osservazione da parte degli investigatori. Papa, assistito dall'avvocato Salvatore Longo, ha chiesto di definire la sua posizione con il rito abbreviato ed ha beneficiato della riduzione di un terzo della pena.