“Ciascuna delle pubbliche amministrazioni – recita l’art. 21 sulla trasparenza delle retribuzioni – ha l’obbligo di pubblicare nel proprio sito internet le retribuzioni annuali, i curricula (…) dei dirigenti e dei segretari comunali (…) distinti per uffici di livello dirigenziale”. La macchina burocratica mazarese è così suddivisa: I Settore - Servizi Generali; II Settore - Servizi Economico-Finanziari e Tributari; III Settore - Servizi alla Città e al Territorio; IV Settore - Servizi Culturali ed alla Persona; V Settore - Organizzazione e Sviluppo del Personale; Polizia municipale. Su sette figure dirigenziali previste appena tre hanno pubblicato i loro stipendi e curricula: degli altri non v’è traccia alcuna. Ed i dati pubblicati – riguardanti i dirigenti – non sono aggiornati di anno in anno, come prevede invece la legge. Vediamo quanto pubblicato sul sito del Comune: Antonina Marascia, segretario comunale generale, non di ruolo (fascia ‘A’) - stipendio tabellare 23.308,53 €, parte fissa 11.441,52 €, parte variabile 13.589,25 €, altro 42.139,48 €, totale annuo lordo 90.478,78 €; 2° settore – dirigente (ragioniere capo, non di ruolo) Antonino Ingargiola, nessun dato presente; 3° Settore – dirigente (a tempo determinato) arch. Alberto Ditta, nessun dato presente; Laura Serra, dirigente 4° Settore ‘Cultura e Promozione del Territorio’, stipendio tabellare 40.130 €, posizione parte fissa 32.910 €, retribuzione di risultato 4.936 €, totale annuo lordo 77.976 €; dirigente a tempo determinato Solidarietà Sociale (IV settore), Alberto Ditta, nessun dato presente; Anna Maria Volante (cessata dal 2009), dirigente del V Settore, reddito mensile lordo 5.618,83 €, ma nessun curriculum; ed infine Claudio Zummo, dirigente Polizia municipale, retribuzione mensile lorda 5.133,16 €.
Dall’ufficio stampa fanno sapere, intanto, che il segretario-direttore generale dell’Ente, Antonella Marascia, “ha inviato una nota con la quale si sollecitano i dirigenti comunali a trasmettere i dati fino al 2011”. Una richiesta che appare quantomeno tardiva dato che il ritardo accumulato ha raggiunto, con la chiusura del 2012, una quota – non certo invidiabile in termini di trasparenza amministrativa – pari a tre annualità.
Alessandro Accardo Palumbo