Giusto un mese fa avevano dovuto lottare con ogni forma di protesta per aver pagati gli arretrati. Ora il problema si ripropone per i circa cinquanta lavoratori della struttura: operatori, infermieri, mediatori culturali.
«In un incontro in Prefettura del 28 dicembre - ha spiegato il segretario della Uiltucs Mario D’Angelo - c’era stato assicurato che il consorzio avrebbe erogato ai dipendenti un acconto di 500 euro. Ma si è trattata dell’ennesima promessa disattesa».
A parte la prima mensilità, la cooperativa "L'Oasi", che ha in gestione il centro di Trapani Milo dopo aver vinto la gara in Prefettura, non è mai stata puntuale nei pagamenti. A fine novembre la situazione sembrava essersi normalizzata grazie a un fido bancario di circa 450 mila euro, ottenuto con alla mediazione della Prefettura e tramite il quale la cooperativa aveva potuto saldare agli operatori del Cie gli stipendi arretrate di settembre e ottobre. «Con il fido
- continua D’Angelo - il consorzio potrebbe garantire altre 5 mensilità ai dipendenti oltre le tre arretrate, in attesa che la Prefettura gli accrediti le somme vantate per la gestione del centro. Ma ora la cooperativa torna a parlare di tecnicismi bancari".
Alla base dei problemi c'è l'eccessivo ribasso con la quale la cooperativa ha vinto la gara (ribasso che, secondo i più, arriverebbe a coprire a malapena i costi di gestione) che si riversano poi nella cattiva qualità di alcuni servizi per gli ospiti del centro, come hanno raccontato le diverse delegazioni di parlamentari e di giornalisti che in questo periodo hanno fatto visita al Cie di Milo. Sono stati gli stessi dipendenti, lo scorso Novembre a rivelare: “Manca la carta per asciugarsi le mani, scarseggiano vestiario e beni per i migranti. Si è passati dalle bottiglie di shampoo alle bustine monodose. Gli ordini dei farmaci sono ridotti. La qualità dei pasti è pessima e manca persino il condimento per l’insalata”.
Con i lavoratori di Trapani protestano anche quelli di Modena, dove c'è un altro Cie gestito sempre dalla stessa cooperativa, con identici problemi di ritardo nei pagamenti degli arretrati.
A questa situazione si aggiunge quella dei migranti rinchiusi nel centro, trattati come reclusi. Lo scorso Novembre l'associazione Medici per i Diritti Umani (MEDU) aveva denunciato il caso di un giovane tunisino trattenuto con doppia frattura scomposta dei calcagno dopo un tentativo di fuga il 2 Ottobre.