Tra questi c'è anche Claudio Corona, 43 anni, noto alle cronache per essere fratello di Anna Corona, e dunque zio di Jessica Pulizzi, la donna attualmente imputata a Marsala nel processo per la scomparsa della piccola Denise Pipitone.
La pena concordata per lui è stata tre anni di carcere e 14 mila euro di multa. Gli altri due condannati, anche loro mazaresi, sono Francesco Gancitano (tre mesi di reclusione e mille euro di multa in continuazione con una precedente condanna, per un totale di 4 anni e 2 mesi) e Francesco Garofalo (un anno e otto mesi). Claudio Montevago, invece, sarà giudicato con il rito abbreviato e Chaniur Atef con quello ordinario.
L'indagine, del Marzo scorso, fu coordinata dal sostituto procuratore di Marsala Dino Petralia. La squadra mobile arrestò sei persone accusate di avere gestito il traffico e lo spaccio di stupefacenti in provincia.
La droga (eroina, cocaina, hashish) veniva acquistata a Palermo, mentre la base dell’organizzazione criminale sarebbe stata in un bar di Mazara. L’operazione fu denominata «Tonno bianco» perché così gli arrestati definivano la cocaina nelle loro conversazioni in codice intercettate dalla polizia. Durante
le indagini le indagini, nell’estate 2011, erano già stati arrestati il castelvetranese Fabrizio Messina Denaro (non è parente del boss latitante di Cosa Nostra), e John Antony Farrugia, un autotrasportatore di Malta intercettato nel porto di Palermo con un carico di hashsih nascosto nel suo tir. Fu, questo, uno dei primi casi in cui è stata utilizzata la facolta' di legge prevista dal recente ''Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione'' di eseguire un fermo di indiziato di delitto (anche fuori dai limiti imposti dal C.p.p. ovvero nei casi di pericolo di fuga) nei confronti di soggetti indagati per gravi reati e che debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi.
Gli inquirenti avrebbero, inoltre, riscontrato come Claudio Corona «successivamente all’acquisto delle varie partite di droga, si attivasse, assieme a Francesco Gancitano, per ricercare acquirenti nel mazarese cui cedere la droga».
Proprio da Corona, in diverse occasioni, Atef Chaniour avrebbe acquistato più panetti di hashish. Al telefono parlavano di «tazzine di caffè».