Secondo l’accusa, Rohozneau avrebbe costretto la giovane fidanzata rumena, oggi 17enne, a rapporti sessuali con decine di uomini, molti dei quali marsalesi. A suon di botte, dunque, l' avrebbe costretta a consegnargli il denaro guadagnato vendendo il suo corpo. Per favoreggiamento, i carabinieri denunciarono anche altri due romeni, uno di 42 anni e l’altro di 16.
CRIVELLO. Condanna a 23 anni di reclusione confermata per Bruno Crivello, 53 anni, originario di Trapani, sotto processo perchè accusato di aver ucciso a Ostia (Roma), il 13 aprile 2009, Domenico Zaffino, 59 anni, calabrese e di averne occultato il cadavere a Fiumicino, su una sponda del Tevere. La sentenza è stata emessa dalla I Corte d'Assise d'Appello di Roma, presieduta da Mario Lucio D'Andria, che ha confermato la condanna emessa nei confronti dell'uomo dalla I Corte d'Assise della capitale nel maggio scorso. Da quanto emerso dalle indagini il 59enne era stato ucciso la sera di Pasquetta dopo una lite. I due si erano conosciuti un paio di giorni prima e la furia omicida sarebbe nata per apprezzamenti fatti da Zaffino alla compagna del 53enne.
LESIONI PERSONALI. Eros Abate, 23 anni, di Castellammare del Golfo, è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, con la concessione della sospensione, per lesioni personali. Aggredì, insieme con alcuni amici, un coetaneo. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Trapani, presieduto da Alessandra Camassa, che ha contestualmente assolto l'imputato da una seconda accusa, tentata estorsione. Abate era accusato di avere importunato, il 25 luglio di tre anni fa, un giovane nei pressi di un chiosco pretendendo che gli pagasse un panino ed una bibita. Antonino Calabrò, 26 anni, di Castellammare del Golfo, chiamato a deporre nell'ambito del processo, ha riferito di non essere certo l'imputato abbia preso parte alla spedizione. Il giovane è stato ripetutamente richiamato, nel corso dell'audizione, dal presidente Alessandra Camassa, che gli ha ricordato che la falsa testimonianza è punita con una pena che va da due a sei anni di reclusione.
RAPINA. Pietro Gioè, 26 anni, alcamese, è stato condannato a 4 anni di reclusione e al pagamento di una multa di mille euro. Rapinò con un complice un'anziana. L'episodio era accaduto il 10 gennaio scorso ad Alcamo. Gioè aggredì la vittima strappandole con violenza la borsa. Nel corso della colluttazione l'anziana cadde a terra riportando una lussazione dello scapolo omerale destro ed un trauma addominale. La donna fu soccorsa da alcuni poliziotti che transitavano casualmente nella zona. Gioè e il suo complice, alla vista degli agenti, si diedero a precipitosa fuga riuscendo a fare perdere le loro tracce. Il giovane fu individuato soltanto per un puro caso. In quel periodo era sottoposto alla misura cautelare della sorveglianza speciale.La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Trapani, presieduto da Alessandra Camassa.
Quello stesso giorno era stato convocato in Commissariato. Mentre era negli uffici s'incrociò casualmente con uno dei poliziotti che erano intervenuti poco prima in occasione dello scippo. «Ho immediatamente riconosciuto la felpa che indossava», ha riferito l'ispettore Ignazio Coraci nel corso del processo. Gioè, interrogato, fornì un alibi dichiarando che all'ora dello scippo di trovava in un «altra parte della città». Alcune telecamere l'avevano però ripreso in una strada limitrofa. I giudici, vagliati gli atti e le prove raccolte, non hanno avuto dubbi e l'hanno condannato.