Dall’agosto del 2011, con l’associazione Badia Grande, gestisce il centro, oltre al CARA straordinario di Bonagia per l’emergenza Nord Africa. Per dovere di cronaca, ricordiamo che negli scorsi anni il CARA di Salinagrande è stato al centro anche di alcune polemiche, come quella portata avanti dall’oggi presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. Ad oggi, il Centro ha diminuito drasticamente il numero di occupanti, che è arrivato a superare i 350 ospiti sfruttando anche palestra e mensa come dormitori. Eppure continuano ad esserci problemi: nell’approvvigionamento di acqua calda, negli spazi, nella pulizia. Ma non è questa la sede per approfondire questi temi, visto che il tema centrale è l’integrazione degli ospiti. Nel frattempo, per chi volesse farsi un’idea, questo blograccoglie i report di alcuni “infiltrati”.
Maria Concetta, so che la proposta di far istituire all’Atm un autobus per i soli ospiti del CARA va contro l’opera di integrazione che conducete. Eppure mi risulta che in passato c’erano delle navette che collegavano il Centro con Trapani.
Sì, era un mezzo messo a disposizione dalla Prefettura che oggi non c’è più e si trattava di un’iniziativa legata alla precedente gestione. In ogni caso, riteniamo che l’integrazione passi anche da atti quotidiani come prendere l’autobus insieme.
Altri esempi di vostre iniziative?
Proprio nel periodo di Natale abbiamo messo in atto diverse attività, anche con la parrocchia di Salinagrande. Si tratta di iniziative che hanno animato i cristiani ortodossi pentacostali, tra cui due messe in particolare. Salinagrande conosce gli ospiti, specie quelli con cui condivide la religione. A Nubia, poi, è stato organizzato un torneo con la collaborazione degli scout, mentre a Trapani, alla Casina delle Palme, i nostri ospiti hanno messo in piedi un presepe vivente per una raccolta fondi per il Madagascar. E in quell’occasione sia i cristiani ortodossi pentacostali, che hanno messo in scena il presepe, che i musulmani, che sono venuti a cantare e festeggiare con noi, hanno partecipato.
Quindi la città, in genere, reagisce bene.
I ragazzi vengono conosciuti sul territorio e cerchiamo di sensibilizzare il territorio facendo delle attività fuori dal centro, per fare conoscere chi sono gli ospiti di Salinagrande, tutta gente che viene in Italia perché evidentemente ha problemi nei paesi d’origine e vengono qui solo in cerca di una vita migliore.
Da quali paesi provengono i vostri ospiti?
Tantissimi. Ci sono eritrei, somali, nigeriani… alcuni vengono da Costa d’avorio, Guinea Tunisia. Ma ci sono anche pakistani, bengalesi, afgani.
Il centro è pieno di diverse etnie e nonostante questo vanno tutti d’accordo. Pensate ai musulmani che partecipano a incontri di preghiera con i cattolici. Ad esempio, due ragazzi musulmani quest’estate hanno fatto tre giorni di campo d’azione cattolica nel periodo del Ramadan con altri ospiti cattolici e non solo, credo sia una cosa bellissima.
Insomma, l’esempio di integrazione viene dagli ospiti.
Esatto. Tra le varie iniziative, a metà dicembre abbiamo portato tre nostri ospiti in una scuola di Paceco. I ragazzi hanno portato la loro testimonianza per fare conoscere chi sono gli ospiti del CARA e sfatare alcuni pregiudizi.
Se la città reagisce bene secondo lei a nome di chi parla, Vassallo?
Non glielo so dire. Diciamo che ultimamente in tutta Trapani e nelle nostre comunità in generale gli episodi di violenza o microcriminalità sono aumentate. Ma non si può imputare tutto solo alla presenza di extracomunitari sul territorio.
Anche perché ne avremmo un minimo riscontro nelle denunce. Conferma?
Non mi risulta, anche perché se avessero dovuto notificare delle denunce agli ospiti sarebbero venuti qui al centro. Da quando ci sono io non è mai successo.
Posso dirle che io vivo ogni giorno con gli ospiti, e non penso ci sia la possibilità che siano violenti. Sia perché non sono persone violente, ma anche perché sono consapevoli della situazione e ognuno ringrazia il proprio dio per l’aiuto che ricevono. Sanno che in Italia è in una situazione di crisi e di tagli alle spese e sono grati che nonostante tutto riusciamo ancora a offrirgli accoglienza.
Il ventinovenne della Guinea investito in bici la notte di capodanno di un anno fa era vostro ospite.
Sì ed è successo proprio qui a Salinagrande, non distante dal centro. Lo hanno investito ed è precipitato dal ponte Verderame. In quel caso a solidarietà dei nostri ospiti e dei suoi connazionali è stata incredibile. Non so se tra gli italiani avremmo visto lo stesso spirito solidale. Anche tra loro che non hanno niente hanno fatto una raccolta fondi, non solo tra gli operatori, e hanno chiesto di spedire i soldi alla famiglia rimasta in Africa. Ci siamo messi in contatto con il consolato e li abbiamo aiutati come potevamo.
Marco Rizzo