Non fanno parte della biancheria intima, ma si portano per uscire, e andare in ogni dove. A seconda degli altri accessori indossati, le donne ci possono andare a fare la spesa o alla posta per una raccomandata, o la sera al cinema. Ci possono viaggiare, in aereo o in treno. Sono comodi e attraenti. Sono attraenti per gli uomini che guardano, ma anche per le donne che li indossano. Altrimenti non li indosserebbero. Piacciono alle giovani, ma anche alle loro madri e pure alle nonne. Sono abbastanza aderenti, ma in genere di un tessuto meno rigido del jeans. Comunque più trasparenti, ma non sembrano impensierire chi li porta.
All'aeroporto mi é capitato di guardare una giovane donna che sistemava piegata la valigia. Mi é rimasto solo il dubbio di che colore avesse le mutande, ma il tipo l'ho indovinato. Nulla di eccezionale. Situazioni simili ne vediamo ogni giorno uscendo. Sono il portato dei nostri anni. Ormai normale che le donne facciano intravvedere il meglio di se stesse, o quello che loro ritengono il meglio. Nessuno le obbliga a vestirsi così. Una volta lo facevano soltanto le baldracche delle periferie, adesso lo fanno le persone perbene. Se ci guardiamo intorno, nella nostra famiglia o nella nostra parentela o fra gli amici, vediamo l'esempio. Nulla di male. E' cambiata la moda. Stavolta in sordina, non in modo eclatante come avvenne al tempo dell'introduzione della minigonna. Allora, quella nuova moda, che peraltro fu adottata per lo più dalle più giovani, andò di pari passo con il movimento di emancipazione della donna. La fascia di tessuto che arrivava a mezza gamba, e che d'inverno faceva sentire freddo a chi se la metteva, era il simbolo del nuovo punto d'arrivo del genere femminile. "Il corpo é mio e mi vesto come mi pare. Non voglio vincoli dettati dalla cultura vetero - maschilista", questo più o meno il pensiero di ogni donzella che portava quell'indumento. Una specie di lotta combattuta sia con le parole nei dibattiti, nelle manifestazioni, nella pubblicistica, sia con i fatti, facendo vedere di più le gambe. Ognuno fa la guerra come gli pare. "'A' la guerre comme à la guerre", dicono i francesi. Ed era davvero una guerra ideologica quella combattuta allora dalle femministe. Gli anni successivi, anche grazie a quella guerra, portarono alla vittoria dell'altra metà del genere umano: la donna si é riscattata da secoli di vincoli a lei imposti dagli uomini.
Se cinquant'anni fa la minigonna fu un mezzo di lotta, oggi non si può dire più che chi porta i leggings stia conducendo la lotta per l'emancipazione. Questa é stata raggiunta. Le donne possono fare in famiglia e fuori tutto quello che fanno gli uomini, senza discriminazioni giuridiche o sociali. Se qualcosa ancora non la fanno nella stessa misura degli uomini, é perché non lo vogliono. Per esempio, le donne in politica sono molto meno numerose degli uomini, ma solo perché finora preferiscono entrarci di meno, nonostante le norme riservino a loro una quota in certi consessi elettivi, che loro non coprono, e non rivendicano.
Questo nuovo indumento, i leggings, che fa travedere tanto, viene ora soltanto indossato per piacere e per piacersi, indipendentemente da nuovi rigurgiti di femminismo. Finita la battaglia ideologica, resta agli uomini l'amaro in bocca della perdita della loro supremazia millenaria. In compenso, gli resta da guardare la nuova affascinante movenza della parte inferiore del corpo femminile inguaiata nei leggings.
Leonardo Agate