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11/01/2013 05:13:52

Politiche 2013. Ecco i trapanesi in corsa. Ruggirello con il Mir. Il Pdl detta le regole. Malumore Pd

Nonostante i suoi problemi giudiziari, sembra confermata la ricandidatura di Antonio D'Alì nel Pdl.  Alfano ha più volte dichiarato che  nelle liste del Pdl non ci saranno indagati o imputati. D'Alì è attualmente imputato a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa, ma è stato ieri, nella sua partecipazione a Servizio Pubblico che Berlusconi ha chiarito che "le vicende giudiziarie dei candidati verranno valutate una per una" e la situazione di D'Alì sembra non essere rilevante per il comitato centrale del Pdl. Sarà terzo nella lista del Senato, dietro Renato Schifani e Domenico Nania. Elezione sicura. D'Alì ha superato le tre legislature, ma ha ottenuto una deroga dal partito. Un'altra senatrice uscente, Maria Pia Castiglione, sarà seconda nella lista per il Senato di Cantiere Popolare. Difficile che la lista prenda più di un seggio, ma Castiglione è preceduta in lista da Saverio Romano, coordinatore nazionale del suo partito, che è anche candidato alla Camera con il Pdl, e quindi se venisse eletto lì le lascerebbe il posto a Palazzo Madama. A sorpresa sarà candidato anche Paolo Ruggirello con il Mir, la nuova formazione vicina al Pdl che fa capo al banchiere Samorì. Mir sta per "Moderati Italiani in Rivoluzione" e il suo leader è considerato vicino a Dell'Utri. Ruggirello però ha fatto sapere che in caso di elezione rimarrà deputato regionale. Nel Pd abbiamo già detto dell'elezione sicura di Nino Papania, secondo al Senato dietro al capolista Corradino Mineo, e della quinta posizione della vincitrice delle primarie, la semisconosciuta Pamela Orrù. Un rebus la candidatura di Livio Marrocco in Fli (ne parliamo più giù). Pietro Culcasi, in rappresentanza di Italia Futura, potrebbe essere al secondo posto della lista al Senato per Monti. 

PDL. C’è chi può e chi non può. Stop per chi ha più di 65 anni, è in parlamento da tre legislature e a chi non ha seguito ‘correttamente’ la linea di partito. Il Popolo della Libertà ha dettato le regole per le candidature alle elezioni politiche del prossimo 24 e 25 febbraio.

In Sicilia, questi paletti, metterebbero così a rischio la candidatura di alcuni esponenti, dei volti noti e dei big di partito. Ma la strada per alcuni non è del tutto sbarrata. Durante l’ufficio di presidenza presieduto dal segretario Angelino Alfano, su indicazione di Silvio Berlusconi, è stato stabilito che saranno concesse alcune deroghe sulla base dell’impegno speso a servizio del partito, del legame che ogni parlamentare ha saputo instaurare sul territorio e della storia politica dei candidati. In corsa per un posto a Montecitorio e a Palazzo Madama ci sono: il presidente uscente del Senato Renato Schifani, l’ex ministro per l’Ambiente, la siracusana Stefania Prestigiacomo e la senatrice palermitana Simona Vicari. Potrebbe invece restare fuori il messinese Domenico Nania, senatore, ex An e coordinatore del partito in Sicilia. In forse le candidature del senatore di Termini Imerese Antonio Battaglia, anche lui ex An, dell’ex ministro palermitano Enrico La loggia e del senatore trapanese Tonino D’Alì che nella deroga possono però ancora sperare. In lista per la Camera Sicilia occidentale saranno candidati Francesco Scoma, capogruppo all’Ars, l’onorevole palermitano Dore Misuraca, il collega di Agrigento Giuseppe Marinello e il nisseno Alessandro Pagano. In lista per la Camera Sicilia orientale l’ex presidente della Provincia Regionale di Catania e coordinatore del partito Giuseppe Castiglione, i catanesi Salvatore Torrisi, Vincenzo Gibiino, Basilio Catanoso, il messinese Vincenzo Garofalo e il ragusano Antonino Minardo.

CINQUE STELLE. Giancarlo Cancellieri, capogruppo all'Ars del Movimento Cinque Stelle, chiude le porte ad Antonio Ingroia: "Il nostro movimento non farà alleanze con nessuno, neppure con il Movimento di Antonio Ingroia che, più che togliere voti a noi, li regalerà a Berlusconi». Il capogruppo si dice dispiaciuto «Perché Ingroia si sta prestando a fare la foglia di fico, coprendo chi fino a ieri è stato in politica, come Idv e Rifondazione, insomma i vecchi politici.Non ho nulla da dire sulla figura morale di Ingroia ma con questa discesa in campo porge il fianco alle critiche di Berlusconi e cioè che la magistratura è di parte".

PD. Il giorno dopo l’approvazione delle liste, tra i democratici siciliani non mancano i malumori. Tra gli esponenti di spicco che non hanno praticamente nessuna psossibilità di volare a Roma c’è stato Tonino Russo, che attacca il partito: «Ci troviamo con liste senza forza sul territorio - dice - alcune province come Enna e Caltanissetta non hanno peso nella lista del Senato e diverse province sono senza rappresentanti. Io farò  la mia battaglia dalla posizione che mi è stata assegnata, ma è chiaro che c’è tanta amarezza per dei nomi calati dall’alto per scelte definite di esigenza nazionale e che invece accontentano i capicorrente».
Anche Mattarella, piazzato al diciassettesimo posto è intenzionato a non presentarsi in lista. Stessa decisione presa da Lillo Speziale: «Non capisco come può essere stabilita la mia posizione - dice - se ancora non si conosce l’esito del ricorso. Continuerò comunque a impegnarmi per il partito».

TENSIONE IN FLI. LOMBARDO VICINO AL PDL. Tensione dentro Fli. Il partito dei finiani rischia la spaccattura sulla probabile candidatura di Fabio Granata come capolista alla Camera nella Sicilia occidentale. Una decisione che rischia di tagliare fuori tre ex deputati regionali, Livio Marrocco, Alessandro Aricò e Luigi Gentile. Una situazione che ha messo in allarme i parlamentari uscenti, che avrebbero fatto sapere di essere pronti a lasciare il partito, anche perchè corteggiati da altri schieramenti. Intanto frena la trattativa tra il partito dell’ex presidente Raffaele Lombardo e il Centro democratico di Bruno Tabacci.
Tanto che uno dei fondatori del partito di centrosinistra, Massimo Donadi, in uno scontro a distanza con Rino Piscitello, coordinatore federale Mpa-Pds, aveva chiuso le porte agli autonomisti. Piscitello aveva replicato sostenendo che erano stati alcuni esponenti del Centro Democratico ad invitarli a una «collaborazione politica elettorale». In serata, poi, la notizia che gli autonomisti dopo una lunga giornata di trattative a Roma, sono arrivati a un passo dall' accordo con il centrodestra di Berlusconi per le politiche.