Nell'ultima udienza, però, il pubblico ministero, Scalabrini, ha modificato il capo d'imputazione (anche se il reato contestato rimane quello di usura). Di contro, la difesa ha chiesto il giudizio con rito abbreviato. La svolta è arrivata quando ormai il processo (avviato nell'ottobre 2010) stava volgendo verso la conclusione. Si era, infatti, alla vigilia della requisitoria. Sulla base, però, di quanto emerso nel corso del dibattimento, il rappresentante dell'accusa ha modificato le contestazioni. Per alcuni episodi ha contestato ancora i tassi usurari. Per altri, invece, rilevando che i tassi erano nella norma, ha affermato che gli imputati hanno approfittato dello «stato di bisogno» di chi ha chiesto i prestiti. Per l'avvocato difensore Giovanni Gaudino, però, le nuove contestazioni sono viziate da «genericità». E per questo ha sollevato eccezione di legittimità costituzionale. Chiedendo, inoltre, il giudizio con rito abbreviato per i due imputati. Su entrambe le richieste, il Tribunale deciderà il 17 gennaio. Rallo e Biondo, nel marzo 2007, furono posti agli arresti domiciliari dai carabinieri. Otto presunte vittime si sono costituite parte civile. Alcune di queste sono rappresentate dall'avvocato Giuseppe Gandolfo. Come pure l'Associazione Antiracket e Antiusura. Nel processo, per false dichiarazioni al pm, è imputato anche il 41enne Marco Antonio Martinez.
OMICIDIO CUCCHIARA. Giuseppe Marrone, il commerciante di 46 anni di Mazara del Vallo chiamato a rispondere di omicidio, ha delle limitazioni funzionali ad un braccio e a una gamba. Lo ha dichiarato ieri il dottore Liborio Mauro, consulente della difesa, chiamato a deporre dinanzi alla Corte d'Assise. Marrone è accusato di avere assassinato, il 13 gennaio di due anni fa, con un fucile da sub, il pregiudicato Giuseppe Cucchiara.
Il corpo venne ritrovato soltanto diversi mesi dopo nel porto di Mazara del Vallo. Un delitto scaturito da contrasti personali. Secondo il dottore Liborio Mauro, a causa di un incidente stradale, Giuseppe Marrone ha una capacità muscolare ridotta che lo limita nei movimenti. La difesa intende dimostrare che l'imputato non può quindi avere impugnato il fucile da sub e ucciso la vittima.
Il processo riprenderà il prossimo 17 gennaio con l'audizione di altri testi della difesa. Saranno quindici le persone chiamate a deporre in aula.
L'avvocato Bonanno, difensore dell'imputato, ha annunciato la rinuncia ad una lunga serie di testimoni inseriti nella propria lista. Uno sfoltimento dettato anche da ragioni di economicità processuale. Il dibattimento è stato molto articolato e complesso e ha già richiesto tempi lunghi. La Corte, presieduta da Angelo Pellino, in considerazione della complessità del procedimento, ha disposto la sospensione dei termini di custodia cautelare nei confronti dell'imputato.
MINACCE. «Non mi muovo neanche se viene tutta la caserma di sbirri». Minacciò alcuni appartenenti alle forze dell'ordine che gli stavano sequestrando la moto ape. Vito Augugliaro, 63 anni, è stato condannato a sei mesi di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale.