Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
18/01/2013 05:04:45

Abuso d'ufficio: chiesti un anno e sei mesi per D'Antoni

Il processo scaturisce da un’indagine riguardante la trattativa privata per l’assegnazione del servizio di conduzione e manutenzione di un battello pneumatico da adibire a soccorso in mare, espletate  nel 2005 in occasione delle regate preliminari della «Louis Vuitton Cup». Secondo il Pm Palmeri le anomalie sono tante: alla trattativa privata furono invitate cinque ditte, ma solo una era di Trapani, le altre erano tutte di Palermo e provincia. Secondo il magistrato, si trattò di una precisa strategia finalizzata a favorire la ditta locale, perchè le imprese palermitane avrebbero dovuto sostenere costi eccessivi. Da una ricerca di mercato, ha rilevato il pubblico ministero, è emerso che nella provincia di Trapani c’erano ben centoquarantuno imprese in grado di svolgere il servizio. Calogero Lazzaro Papa, dirigente dell’azienda sanitaria, ha riferito che i nomi delle ditte furono forniti direttamente dalla direzione sanitaria. Circostanza negata da Gaetano D’Antoni che ha riferito di essersi limitato ad apporre delle firme. Secondo l’avvocato Donatella Buscaino, difensore dell’imputato, le  responsabilità vanno addebitate in capo al dirigente che ha gestito l’intera trattativa privata. Gaetano D’Antoni era ignaro. Il processo proseguirà il prossimo 4 febbraio con l’intervento dell’altro difensore, l’avvocato Franco Campo, e le eventuali repliche di pubblica accusa, parte civile e difesa.

TENTATA RAPINA. Tentò di rapinare, insieme con un complice, la compagna di un presunto mafioso. Francesco Domingo, 29 anni, alcamese, è finito sotto processo con l’accusa di tentata rapina. Maria Rosaria Giordano, commerciante di Alcamo, sentita dal Tribunale di Trapani, ha confermato di essere stata aggredita, il 24 febbraio dello scorso anno, da due rapinatori. La donna ha riferito di non avere riconosciuto i malviventi perché al momento della rapina avevano i volti coperti. Il pubblico ministero Rossana Penna ha però incalzato la teste facendole ripetute e pressanti domande riguardo alcuni retroscena emersi attraverso le intercettazioni. La donna è compagna di Rosario Leo che era finito in manette nell’ambito di un’indagine di mafia. E dalle intercettazioni emerge che dopo la rapina il padre del complice di Francesco Domingo si recò dall’uomo per scusarsi per il comportamento del figlio.  In aula è stato chiamato a deporre  anche l’ispettore di polizia Ignazio Coraci che ha ricostruito le indagini che hanno portato alla cattura di Francesco Domingo e l’altro imputato, Antonio Campo, accusato di altri reati.