Sta per arrivare dunque un nuovo giro di vite sulle ricette emesse dai medici famiglia, che potranno essere sanzionati per errori o per eccesso di prescrizioni.
Malgrado il piano di rientro dal deficit sanitario sia stato completato da tempo, l’assessorato ha confermato tutti i ticket introdotti negli anni scorsi. Per il cittadino da questo punto di vista non cambia nulla, la spesa resterà di due euro per ogni ricetta più una cifra variabile a seconda del tipo di farmaco scelto (griffato o generico). La firma del decreto, spiegano in assessorato, serve proprio a evitare equivoci sul fatto che la chiusura del piano di rientro potesse comportare anche l’eliminazione o la modifica dei ticket attuali. E un provvedimento di qualche giorno fa dell’assessorato all’Economia ha confermato anche l’innalzamento al massimo di tutte le aliquote Irap e Irpef, introdotto nel 2006 proprio per fronteggiare il debito nella sanità.
Ora l’assessorato sta per sottoscrivere con lo Stato un nuovo piano, per gli anni 2013-2015 che prevederà un nuovo taglio della spesa farmaceutica. Che per la verità è rimasta superiore alle previsioni anche negli ultimi anni: doveva fermarsi al 13% dello stanziamento totale per la sanità pubblica regionale ma, in base agli ultimi dati ufficiali, è arrivata al 14%: «In alcuni casi – segnala l’assessorato – ci sono consumi anche due o tre volte superiori a quelli del resto del Paese». Per questo motivo lo Stato ha imposto per il 2013 di scendere all’11,35% e dunque – spiega Salvatore Sammartano, dirigente dell’assessorato – ora bisognerà tagliare almeno un centinaio di milioni.
Come? Riducendo il numero di farmaci prescritti e inducendo a un minore consumo. Il secondo obiettivo si otterrà con i ticket. Il primo, spiega la Borsellino, «intervenendo sulle categorie di farmaci che hanno fatto registrare il maggiore scostamento rispetto alla media nazionale delle prescrizioni». L’assessorato è partito dal fatto che a livello italiano la media pro-capite di spesa per i farmaci è di 150 euro, dato che in Sicilia cresce fino a 180. La Borsellino ha già individuato i farmaci su cui operare la stretta nelle prescrizioni: «Bisogna intervenire sui farmaci usati nel diabete, sugli antipertensivi, sugli ipolipemizzanti, sugli antibatterici per uso sistemico. E ancora va ridotta la spesa per i farmaci per il trattamento delle malattie delle ossa, per quelli per i disturbi ostruttivi delle vie respiratorie e per gli inibitori della pompa acida».
La Borsellino anticipa che «per queste classi di farmaci saranno introdotti dei parametri specifici di consumo allo scopo di allineare la spesa regionale a quella nazionale. Si interverrà sui comportamenti prescrittivi a rischio di inappropriatezza anche con l’applicazione di eventuali sanzioni». E sono già state date direttive ai manager delle Asp per aumentare i controlli sulle prescrizioni. Secondo l’assessorato la manovra di riallineamento ai dati nazionali sarà graduale. Ma il decreto firmato dalla Borsellino lascia aperte le porte a soluzioni più repentine indicando la possibilità di «modifiche al sistema di compartecipazione (il ticket) sulle prestazioni che si riterranno opportune, anche in relazione all’andamento dei consumi farmaceutici e della relativa spesa». Se, in pratica, la spesa non calerà agendo sulle prescrizioni si potrebbe aumentare il ticket per frenarla. Ma questa è l’ultima ipotesi. In questa fase, sottolineano alla Sanità, per il cittadino non cambierà nulla, se si esclude l’obbligo di consumare meno medicine.