Lo ha confermato ai cronisti il marito della donna, Giacomo Incandela:«Ci penserà mia moglie in chiesa a farlo».
Ieri dinanzi al gip di Trapani, Antonio Cavasino, si è tenuto l'interrogatorio di garanzia di Incandela, fermato con l'accusa di omicidio volontario aggravato.
Il Pm Massimo Palmeri, ha giò formalizzato al gip la richiesta di fermo. Gli inquirenti hanno ribadito che il movente (il fastidio provocato all'indagato dalle omelie del sacerdote) è ancora tutto da valutare, come pure le modalità del delitto. Tuttavia, i magistrati non hanno dubbi che Incandela sia l'esecutore materiale del delitto: «Oltre al fatto che ha confessato, è a conoscenza di alcuni particolari che solo l'assassino poteva conoscere», ha detto Palmeri. Non risultano indagate altre persone, al momento, e gli inquirenti escludono l'ipotesi, remota, che era circolata in queste ultime ore, di un "delitto su commissione". C'è solo la pazza violenza di un uomo contro un anziano inerme. Le indagini comunque non sono chiuse. Molti aspetti della morte di padre Michele Di Stefano sono ancora da chiarire.
Per Incandela non è stato previsto l'isolamento nel carcere di San Giuliano dove è recluso. Sta in una cella insieme ad altri prigioneri per reati comuni. "Il giovane - dichiara il direttore del carcere, Renato Persico - ha il morale a pezzi perchè si rende conto della gravità del suo gesto". Incandela, nella sua confessione, insiste su un particolare: "Non volevo ucciderlo, volevo solo dargli una lezione". La "lezione" era dovuta al fatto che Incandela, operaio, con precedenti per incendi dolosi nella zona di Fulgatore, era, come tutti nella borgata, in stretti rapporti con Don Michele, e credeva di individuare nelle sue omelie dei riferimenti particolari alla sua condotta. Solo dopo avere sferrato i colpi si sarebbe accorto di averlo colpito alla testa e non alle gambe.
Il col. Fernando Nazzaro, comandante provinciale dei carabinieri, e il capitano Pierluigi Giglio, comandante del nucleo operativo, hanno spiegato che l'arrestato è una persona «estremamente solitaria» e che durante le settimane in cui è stato pedinato ed intercettato non ha avuto contatti con altre persone.