Un maxi-debito da oltre sei miliardi di euro accumulato da Regione ed enti locali che neppure il decreto nazionale sul rimborso dei crediti — che potrebbe portare nell’Isola circa due miliardi — basterà a pagare.
«Gli enti locali devono fare presto perché rischiano di non avere i fondi necessari», avverte Confindustria.
Le risorse disponibili sono insufficienti e lasceranno senza un euro centinaia di aziende, rischiando di scatenare una “guerra tra imprese. Solo Confartigianato
con le sue 15 mila imprese associate vanta crediti per un miliardo di euro. Le cooperative invece sono 5000, comunica Legacoop, e chiedono arretrati per 500 milioni di euro.
La graduatoria sarà comunicata entro giugno e i criteri dovrebbero essere legati anzitutto all’anzianità dei crediti. Ma il timore di restare fuori dalla lista è forte. A Roma, intanto, prosegue il dibattito su un decreto che al momento esclude i debiti commerciali: in sostanza, i soldi non potranno essere utilizzati per rimborsare
servizi come quelli di raccolta dei rifiuti o socio-assistenziali, che rappresentano almeno l’80 per cento del totale. Quindi, non serviranno sicuramente per pagare i debiti con gli Ato. Piuttosto, serviranno a pagare appalti per opere pubbliche cominciate e non terminate proprio per mancanza di pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. La deroga al patto di stabilità non riguarda comunqu le spese correnti. I debiti riguardano tutte le amministrazioni. Ad esempio, per il palazzo di dieci piani che ospita a Palermo l’assessorato alla Formazione i proprietari attendono da 15 mesi l’affitto, per un totale di 440 mila euro.
A ciò si deve aggiungere che sono 98 le opere pubbliche finanziate da fondi Cipe ferme da anni nell’Isola. Risorse per 398 milioni di euro che la Sicilia rischia di perdere se non si ‘allenterà’ il patto di stabilità. E’ questa la denuncia dell’Ance nazionale e regionale. L’associazione dei costruttori edili a Palermo, nel corso del convegno su “Piano delle città e project financing”, ha messo sotto accusa proprio i patti di stabilità che impediscono agli enti locali di procedere con gli investimenti, anche se già finanziati. E’ intervenuto anche l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti, annuncia, che dopo l’approvazione del Bilancio, il governo Crocetta lavorerà a una legge per semplificare gli iter autorizzativi.
“Avevamo avvisato il governo Monti che la linea di rigore estremo era sbagliata per la nostra economia. Purtroppo oggi vale poco dire che avevamo ragione. Ma si può ancora correre ai ripari”. Lo ha detto, Paolo Buzzetti, presidente nazionale dell’Ance.
“Bisogna allentare il patto di stabilità – ha chiarito Buzzetti – per dare una spinta all’edilizia, così come stanno facendo tutti gli altri Paesi, perché questa è la prima leva capace di fare ripartire l’economia. Lo Stato deve anche pagare tutti i debiti con le imprese: non ha senso pagarli a pezzi, la formula adottata dal governo non aiuta concretamente le aziende e ha influenze negative sullo spread”.
Buzzetti ha poi condiviso l’iniziativa dell’Ance Sicilia sul project financing, a condizione che “per incentivare l’interesse dei privati, vi sia un quadro normativo meno contraddittorio, che dia centralità al contratto fra l’ente pubblico e il privato e tempi certi a chi deve realizzare gli investimenti”.
Il presidente regionale di Ance Sicilia, Salvo Ferlito, ha invece auspicato che “si cambi idea sulla decisione di rimodulare l’ex Fas 2007-2013 definanziando un lotto da 398 milioni di euro della Nord-Sud: sarebbe un fatto devastante per quel territorio, ma anche per l’intera economia regionale che ha già perso in quattro anni oltre 50mila posti di lavoro nell’edilizia”.
Secondo Ferlito, “la perdita di risorse è frutto dei tempi eccessivi che intercorrono dallo stanziamento all’avvio dei cantieri. Ci sono ben 98 opere finanziate dal Cipe in Sicilia e che dopo anni ancora non partono. Per evitare di continuare a sprecare opportunità proponiamo un ‘patto’ fra pubbliche amministrazioni, banche e imprese per realizzare le infrastrutture in project financing. Un ‘patto’ che assicuri procedure celeri e certezza di rientro dei capitali investiti”.
Ferlito ha annunciato una novità anche in merito alle giovani coppie che in base ad una legge regionale possono accedere a mutui agevolati per l’acquisto della prima casa con contributo della Regione in conto interessi: “La misura è ottima, ma non sta funzionando – ha spiegato il presidente di Ance Sicilia – perché i mutui sono concessi per 15 anni e quindi la rata è eccessiva. Abbiamo ottenuto la disponibilità della commissione Bilancio dell’Ars ad un emendamento che prolunghi la durata dei mutui almeno fino a 20 anni e che estenda il pre-ammortamento da tre a cinque anni. Solo così si potrà sbloccare anche il mercato immobiliare, che ha subito un crollo del 40%”.
L’assessore regionale alle Autonomie locali e alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti, ha infine comunicato che “subito dopo l’approvazione di Bilancio e Finanziaria, la giunta regionale varerà un disegno di legge per la semplificazione degli iter autorizzativi in tutti i settori, nonché del rapporto fra pubbliche amministrazioni e imprese”, che prevede, tra l’altro, finalmente, il recepimento dinamico del Testo Unico per l’edilizia (Dpr 380/2001). Gli effetti si noteranno subito con l’utilizzo dei fondi già previsti in Finanziaria, fra cui 40 milioni per i centri storici, e di quelli della prossima programmazione comunitaria.