In pratica in Sicilia, per stabilire il valore dei vari esami e delle visite specialistiche, sarà utilizzato il tariffario nazionale voluto dall’ex ministro Renato Balduzzi, che però scontenta le strutture private perchè prevede rimborsi più bassi rispetto al vecchio tariffario regionale. In particolare a protestare sono quelle che operano nelle branche di diagnostica strumentale di laboratorio e di radiologia.
Di fatto succederà che dal primo giugno il valore di alcune prestazioni sanitarie diminuirà rispetto a quello indicato nel tariffario regionale e utilizzato fino ad oggi. Questo per effetto di una sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa che ha dato il via libera al tariffario nazionale. Caleranno dunque i rimborsi che la Regione eroga ai laboratori per ogni prestazione: secondo i sindacati il taglio ai finanziamento si aggira sul 40 per cento. La radiologia, invece, dovrebbe perdere il 25 per cento rispetto alle tariffe in vigore fino a qualche tempo fa. Non dovrebbe subire alcuna variazione il costo della dialisi. Per fare alcuni esempi: l’esame dell’emocromo passerebbe da circa 5 euro a 3 euro. Misurare la glicemia, invece, dovrebbe costare alle casse pubbliche 1,17 euro e non più 1,98.
I rappresentanti della specialistica annunciano forme eclatanti di protesta, tra cui l’abbandono della convenzione col sistema sanitario. In sostanza affermano che questi rimborsi sono troppo bassi, non riescono a coprire le spese e dunque faranno pagare i vari esami direttamente ai cittadini, con costi che potrebbero diventare cinque volte superiori. Tra l’altro, dicono i sindacati, a rischio ci sarebbe pure un migliaio di posti di lavoro nel settore della specialistica, in seguito alla riorganizzazione delle strutture. Per scongiurare questi rischi l’assessorato alla Salute, guidato da Lucia Borsellino, ha già avviato da una decina di giorni un tavolo di confronto con i rappresentanti delle varie categorie. «Ma se entro il 20 maggio non si dovesse trovare un accordo noi procederemo per la nostra strada», ha affermato Domenico Marasà, uno dei leader del fronte dei laboratori.
Nel settore pubblico, invece, i costi saranno soggetti a riduzioni minori: secondo il nuovo tariffario, il valore delle prestazioni in regime di ricovero ospedaliero sarà ridotto del 2 per cento circa. «Non variando i tetti di spesa per le strutture – spiega l’assessore Borsellino -, l’introduzione delle nuove tariffe per le prestazioni ambulatoriali potrà consentire l’erogazione di maggiori volumi di prestazioni, influendo positivamente sulla riduzione delle liste di attesa. E l’introduzione delle nuove tariffe, sia per il settore pubblico che per quello privato, non comporta aggravio di oneri per i cittadini».
Il tavolo tecnico permanente, attivato negli uffici di piazza Ottavio Ziino, avrà il compito di trovare una soluzione anche per il contenzioso tra la Regione e i laboratori di analisi: le tariffe del nuovo decreto hanno effetto retroattivo, per cui i laboratori devono restituire alla Regione circa 140 milioni di euro di rimborsi non dovuti ottenuti negli anni passati. La somma è stata già inserita in Finanziaria ma il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha ammesso che questa norma ha solo un valore contabile perché è in corso una trattativa con le organizzazioni di categoria che punta a dilazionare i rimborsi.