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15/05/2013 04:42:56

Omicidio Cottarelli, oggi requisitoria in appello. Affondamento Thetis, sfida tra consulenti

Del delitto sono chiamati a rispondere i cugini Vito e Salvatore Marino, entrambi di Paceco, accusati di triplice omicidio.

Angelo Cottarelli, la sua compagna, Marzenne Topar, ed il figlio Luca furono assassinati, il 28 agosto del 2006, all’interno di una villetta alle porte di Brescia. Alcuni giorni dopo il delitto la polizia fermò un ex faccendiere, Dino Grusovin.
L’uomo, sospettato di essere coinvolto nel triplice omicidio, messo alle strette decise di collaborare e accusò contro Vito e Salvatore Marino. Rivelò che Angelo Cottarelli era da tempo in affari con i due cugini. Sembra che l’imprenditore fosse coinvolto in attività illecite. Cottarelli doveva dei soldi a Vito e Salvatore Marino. Il 28 agosto i due cugini si sarebbero recati presso la villetta dell’imprenditore insieme con il faccendiere ed un quarto uomo mai identificato. Nel corso dell’incontro sarebbe scoppiata una violenta lite. Vito e Salvatore Marino avrebbero ucciso l’imprenditore ed i suoi familiari. L’iter processuale è stato complesso ed ha vissuto fasi alterne con continui colpi di scena. Dopo l’assoluzione, in primo grado, i due cugini sono stati condannati, in appello, alla pena dell’ergastolo. La Corte di Cassazione ha però annullato la sentenza disponendo la celebrazione di un nuovo processo.
Il 22 maggio dello stesso mese la parola passerà ai difensori, gli avvocati Giovanni Palermo, Giuseppe Pesce e Filippo Dinacci. Nel corso della stessa giornata i giudici di ritireranno in camera di consiglio per la sentenza. 

THETIS. Battaglia tra consulenti nell'ultima udienza del processo che a Marsala cerca di fare luce sull'affondamento della motonave "Thesis",  nave oceanografica colata a picco dopo essere stata speronata e trascinata, nelle acque al largo di Mazara, dalla portacontainer «Msc Eleni». In Tribunale, per la Msc sono stati ascoltati l`ingegner Romano, di Torre del Greco, esperto in sinistri marittimi, e l`ex comandante Francesco Alati. Per la compagnia Sopromar, invece, ha deposto l`ex comandante Giovanni Finocchiaro, di Genova. Partcolarmente arduo il compito dei consulenti della Msc, che hanno cercato in tutti i modi di difendere l`operato del comandante Salvatore Esposito, 53 anni, campano, accusato di accusato di naufragio, lesioni, omicidio colposo e omissione dolosa di soccorso. Le argomentazioni di Romano e Alati, però, sono andate a cozzare con quanto emerso dalla «scatola nera» della portacontainer, che ha registrato il fragore dell`impatto e le imprecazioni a bordo della Eleni. Per i consulenti, però, a bordo si pensò che si trattava di «una porta che sbatteva». E se c`è stata qualche responsabilità, a loro parere la si dovrebbe attribuire al terzo ufficiale. Giovanni Finocchiaro, invece, sulla base della scatola nera che ha registrato le drammatiche fasi della collisione ha definito «incosciente» la condotta del comandante Esposito, che si avvicinò alla costa, cambiando la rotta prestabilita di ben 7 miglia, solo perché doveva telefonare alla moglie con il telefono cellulare (al largo non c`è copertura del segnale), entrando così a velocità sostenuta, con codizioni di scarsa visibilità (c`era nebbia) in una zona di mare ad «alta densità di traffico». C`erano, infatti, anche diverse imbarcazioni da pesca. Oltre alla Thetis, naturalmente, per la cui attività di ricerca scientifica la Capitaneria di porto di Mazara aveva disposto che nessuna unità doveva avvicinarsi nel raggio di mille metri. Finocchiaro ha, inoltre, dichiarato che i ricercatori finiti in mare hanno riferito di aver visto Petr Mikheychik ancora in vita subito dopo l`impatto e che il comandante Esposito, come si evince dalla scatola nera, pur avendo la certezza della collisione, non solo cercò di nascondere alla autorità marittima cosa era successo, ma non fermava la nave, trascinando la Thetis, incastrata a prora, e provocando così la morte del ricercatore russo. La tragedia si consumò il 3 agosto 2007. Amarezza, intanto, tra i ricercatori per quanto sostenuto da altri consulenti della difesa, secondo i quali i naufraghi non avrebbero subìto danni fisici e psicologici. Prossima udienza il 10 giugno.