Vandali ancora una volta in azione al cimitero di Marsala.
A farne le spese sono state alcune sepolture, con vetrate frantumate, lapidi danneggiate, portafiori divelti e persino foto del defunto vilipese. E non si tratta certo di vendette postume. Soprattutto in uno degli ultimi casi: un uomo passato a miglior vita da oltre cinquant’anni, pacifico e senza nemici. Per i figli, quindi, oltre al danno psicologico, anche quello economico per ripristinare e ridare decoro alla sepoltura. Poco più di un anno fa, a denunciare pubblicamente un danneggiamento con furto alla tomba di un familiare era stato persino un ex assessore, Salvatore Gabriele Adamo, ex poliziotto. “Dopo aver sepolto la mia adorata mamma a terra (cosi come da lei voluto) – raccontò Adamo - ho voluto fare io il disegno della lapide in modo che fosse diversa dalle altre, era solo un grande cuore in marmo spezzato in due, dopo qualche settimana trovo la lapide con un pezzo del disegno spezzato e mancante della parte danneggiata. Pur cercando in tutti gli angoli non ho trovato il pezzo mancante.
Faccio ripristinare la lapide e dopo manco un mese il disegno viene spezzato ancora più sotto, in entrambe le occasioni porto a conoscenza l'ufficio cimiteriale e con i miei fratelli decidiamo di modificare il disegno iniziale”. Successivamente, un’altra amara scoperta. Stavolta, la lapide a muro del fratello, deceduto a soli 4 anni, era senza il marmo di sostegno dei portafiori che erano in rame, constatando, inoltre, che anche la lapide di una bambina sistemata sotto era stata tolta e messa da parte. Per questo, si rivolse, ma senza risultato, sia ad uno degli addetti al cimitero e poi anche ad un amministratore comunale. Il problema non è nuovo. Già nel novembre 2012, a Palazzo VII Aprile, il consigliere comunale Giuseppe Carnese (Pdl-gruppo misto) presentò all’allora sindaco Giulia Adamo e all’assessore al ramo, Antonio Vinci, un’interrogazione a risposta scritta su “furti, scippi e atti vandalici” all’interno del cimitero.