L'accusa è quella di usurpazione di funzione pubblica e peculato. Detta in soldoni, era un "esperto", ma avrebbe agito, secondo l'accusa, per un breve periodo, come un comandante di fatto, non avendone però il titolo. Avrebbe usurpato le mansioni di comandante dei vigili urbani, prendendo «arbitrariamente» possesso dell'ufficio, alla cui porta cambiò anche serratura e chiavi, avrebbbe indetto riunioni con contrattisti e ispettori coordinatori della viabilità, impartito ordini e disposizioni sulla composizione delle pattuglie, talvolta sottoposte a ispezioni e controlli, predisposto turni di servizio e persino partecipato a operazioni di polizia, come l'apertura di un cancello che impediva l'accesso al mare ai bagnanti sul litorale sud marsalese (immortalato da una fotografia del Comune di Marsala) o il fermo di motocicli. Il reato di peculato viene, invece, ipotizzato in relazione all'utilizzo di auto e moto della polizia municipale. Nel procedimento è coinvolto anche un dirigente del Comune, Aldo Scialabba, 56 anni, accusato di abuso d'ufficio per avere messo a disposizione dell'esperto un telefono cellulare dell'ente (con sim «aperta»). Per legge, infatti, i telefonini devono essere dati in uso solo ai dipendenti che devono assicurare la «reperibilità». Anche per il funzionario è stato chiesto il rinvio a giudizio. L'udienza preliminare è stata fissata per il 18 giugno. La difesa è affidata all'avvocato Giovanni Gaudino.