I lavoratori sono senza futuro, e senza molte mensilità arretrate. Per protesta, nel tempo hanno anche occupato il tetto di Palazzo Riccio di Morana minacciando di buttarsi giù. Poi si è istituito un tavolo tecnico, presso la Regione Siciliana, per vautare il caso in maniera approfondita. E proprio dal quel tavolo vengono alcune novità. I commissari della Megaservice, Pietro Bruno e Giuseppe Mazzeo, avanzeranno la richiesta dei contratti di solidarietà per il settore servizi e l'istanza per l'accesso alla cassa integrazione straordinaria per gli edili. Ha dato l'ok il capo della segreteria tecnica Stefano Polizzotto cheha partecipato al tavolo Megaservice per nome e per conto del presidente Rosario Crocetta.
L'accordo è stato raggiunto alla presenza del commissario straordinario della Provincia Darco Pellos e dei rappresentanti sindacali Mimma Argurio (Cgil), Mario D'Angelo (Uil) e Francesco Lo Sciuto (Cisl). Le due richieste saranno presentate dai commissari liquidatori entro il 24 giugno. I sindacati hanno incontrato i lavoratori per fare il punto della situazione sull'intesa raggiunta a Palermo. La Regione ha assunto l'impegno «a valutare - si legge nel verbale del tavolo tecnico - qualsiasi forma praticabile di politica attiva relativamente ai lavoratori interessati del settore servizi, garantendo l'accompagnamento fino al 31 dicembre».
La Provincia di Trapani ormai è come se non ci fosse più. Come tutte le altre province siciliane, è stata sciolta dal governo Crocetta, e ora dovrebbero nascere "Liberi Consorzi di Comuni". «Il nostro auspicio - ha dichiarato D'Angelo - è che con l'avvio di tali consorzi i lavoratori delle "partecipate" e nel nostro caso specifico della Megaservice, possano trovare una nuova collocazione lavorativa e non vadano a finire tra le file dei disoccupati». Rimane, tuttavia, da sciogliere il nodo delle procedure di liquidazione della società. I due commissari hanno chiesto garanzie finanziarie alla Provincia di Trapani, che però si ritrova con il conto consuntivo del 2012 bocciato, per ben due volte consecutive, dal consiglio e con il rischio del dissesto. Servono, in questo senso, 4 milioni di euro, che ovviamente non ci sono, in un contesto in cui i due commissari si trovano ad operare in “una situazione patrimoniale caratterizzata da un deficit strutturale grave ed irreversibile”, come hanno scritto in una loro relazione. "Siamo di fronte – scrivono i due commissari – ad un dissesto scellerato, maturato in ambito domestico, in cui il controllo analogo è stato disatteso ed eluso dagli stessi organi di amministrazione, in cui invece che razionalizzare gli oneri del personale si è provveduto a nuove assunzioni ed al riconoscimento di qualifiche elevate, in cui le scelte decisionali sono state assunte in pregiudizio della società e del socio, unico azionista, a cui ci si è rivolti, per l'ennesima volta, per il ripianamento delle perdite conseguite". La richiesta di 4 milioni di euro viene considerata da Bruno e Mazzeo "indispensabile per affrontare la fase concordataria, che forma specifico oggetto del mandato assegnato dall'ente propritario ai liquidatori". A tutto questo i due liquidatori aggiungono una ulteriore richiesta alla Provincia: “In aggiunta è necessario costituire un apposito fondo per la gestione liquidatoria che comprenda sia i compensi dell'organo di liquidazione, sia una dotazione finanziaria irrinunciabile per provvedere al conferimento di mandati professionali per attendere alle esigenze della gestione liquidatoria”.