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24/06/2013 04:12:26

Niente proroghe. Il 30 Settembre cessano gli Ato rifiuti in Sicilia

Lo hanno stabilito ieri l'assessore regionale per l'Energia e i rifiuti, Nicolò Marino, il dirigente generale del dipartimento, Marco Lupo, e i sindacati Fp-Cgil, Fit-Cisl Ambiente e Uiltrasporti, che hanno scritto insieme le linee guida, da sottoscrivere questa  settimana in un accordo quadro, per dare a Comuni e Ato regole omogenee in questa fase transitoria.

«Due le esigenze alla base di queste linee guida - spiega Dionisio Giordano, segretario regionale della Fit-Cisl Ambiente - da un lato evitare che qualche amministratore speri in altre proroghe per dilatare i deficit degli Ato pensando che sia poi la Regione ad intervenire ancora per ripianare i debiti; e, dall'altro, impedire a certi sindaci che stanno gestendo il servizio con ordinanze d'emergenza o che stanno organizzando il passaggio agli Aro (Ambiti di raccolta ottimale, ndr) di licenziare il vecchio personale e di affidare tutto a ditte e coop per inserire nuove ondate di personale reclutato con logiche clientelari. Già stiamo facendo uno sforzo enorme - aggiunge Giordano - per garantire tutti gli addetti delle passate gestioni senza che alcuno di loro sia licenziato, sarebbe impossibile Le linee guida individuate al tavolo di trattativa fra Regione e sindacati prevedono, infine, l'invio immediato di commissari ad acta in tutti quei Comuni che, bocciando i relativi statuti, non hanno condiviso il passaggio alle Srr. Tutti i Comuni, infatti, dovranno concorrere alla rapida costituzione delle Società di regolamentazione del servizio rifiuti per arrivare puntualmente alla scadenza del 30 Settembre.

La stagione degli Ato ha portato a raddoppiare, se non triplicare, la spesa per la raccolta dei rifiuti in Sicilia. A Marsala, per fare un esempio, si è passati dai 6 milioni di euro - quando il servizio era gestito direttamente dal Comune  - a 14 milioni di euro l'anno con l'entrata in vigore dell'Ato nel 2009. Un sistema di gestione della raccolta dei rifiuti sul quale non si è fatta mai luce, tant'è che di recente il consiglio comunale ha deciso di istituire una commissione di inchiesta, per capire come mai la spesa sia così alta rispetto ad un servizio giudicato insoddisfacente anche dai consiglieri della maggioranza. Il prezzo lo pagano i cittadini, che di recente hanno dovuto subire un aumento della Tarsu, la tassa sui rifiuti (che presto verrà sostituita dalla Tares) di oltre il 60%, per coprire appunto i costi del servizio. L'Ato Tp 1, inoltre, non pubblica on line - come invece è previsto dalla legge - le ordinanze dei commissari liquidatori e gli impegni di spesa. 

Gravissima la situazione economico-finanziaria in cui versa la Belice Ambiente Spa.La società non è più in grado di garantire il pagamento, anche parziale, dei fornitori di beni e servizi per la raccolta dei rifiuti e per la gestione della discarica. Le amministrazioni hanno sempre più difficoltà nel pagare quanto dovuto alla società, i crediti pregressi, a lordo dei pignoramenti, ammontano ad oltre 30 milioni di euro. I circa trecento dipendenti vantano il saldo della mensilità di maggio e tra dieci giorni matureranno la mensilità di giugno più la quattordicesima. Il liquidatore Nicola Lisma, ha registrato il venir meno delle promesse di molti sindaci soci che avevano dato rassicurazioni, alcuni giorni fa in Prefettura, a Cgil, Cisl, Uil e Fiadel pronti a dichiarare lo sciopero dei dipendenti.
«Non sono in grado di garantire il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti - ha dichiarato - il rischio del blocco è imminente. Speravamo che i Comuni garantissero quanto meno le spese correnti ed invece dal primo gennaio ad oggi, senza considerare i crediti pregressi (circa 30 milioni di euro), la società ha ricevuto solamente un terzo del fatturato annuo (si aggira sui circa 10 milioni di euro) e meno della metà di quanto sarebbe necessario per affrontare l'ordinaria amministrazione (mensilmente l'Ato avrebbe bisogno di circa 1.400.000 euro per pagare dipendenti e fornitori essenziali). Ho inviato diversi solleciti - ha continuato Lisma - ho messo in mora, non è la prima volta, i Sindaci, ho iniziato le attività di recupero crediti, ho sollecitato più volte la Regione, ma niente di nuovo all'orizzonte. Occorrerebbero, nell'immediato, oltre 2 milioni di euro per tamponare la situazione, ma, oltre a questo, è fondamentale la regolarità nei pagamenti. Mi appello ancora una volta al senso di responsabilità dei sindaci e del presidente della Regione affinché - ha concluso - si trovino tutte le soluzioni necessarie per evitare l'elevato rischio di insorgenza di emergenza igienico-sanitaria nel territorio degli undici comuni. I comuni a garantire in qualche modo i pagamenti sono stati Castelvetrano e Mazara; quest'ultimo ha garantito l'esistenza dell'Ato».