Quattro anni e mezzo di carcere sono stati inflitti al principale imputato del processo sulla tentata truffa ai danni dello stato scaturito dall’operazione “Re Mida” messa in atto dalla guardia di finanza nel 2007.
Per gli inquirenti era V. A., 49 anni ingegnere di Castelvetrano titolare dello studio di “Erasmus”, il “Re Mida” della situazione, colui che riusciva a trasformare in oro tutto ciò che toccava. Il tribunale di Marsala lo ha condannato a 4 anni e mezzo. Ad un anno e mezzo con pena sospesa è stato condannato invece il commercialista di Mazara del Vallo Simone Lentini. Condannate per illeciti amministrativi anche tre società: la Numidia, condannata a una multa di 600 mila euro, l'Eurorame e la Dental House, entrambe condannate al pagamento di 90 mila euro. Assolto invece Pietro Polizzi.
Il processo che si è chiuso a Marsala riguarda una delle più grandi presunte truffe alla legge 488 scoperte dalle nostre parti. Nel 2007 le indagini della Guardia di Finanza portò agli arresti domiciliari V. A., due imprenditori di Palermo, Calcedonio e Alessio Di Giovanni, padre e figlio, i mazaresi Pietro Tranchida, ragioniere, e Simone Lentini. Oltre a loro altre 13 persone finirono nel registro degli indagati. Secondo gli inquirenti sarebbe stata messa in atto una maxi truffa da 30 milioni di euro ai danni dello Stato volta all’ottenimento di contributi pubblici per la costruzione sulla carta, o soltanto in parte, di strutture ricettive a Triscina. L’operazione prende il nome “Re Mida” perché secondo gli inquirenti la figura centrale, chi faceva diventare oro tutto ciò che toccava, sarebbe stato V. A., che era colui che curava le pratiche relative alle richieste di finanziamento e a volte acquistava anche le società interessate (e con essa il decreto di finanziamento). Nel 2008 il Ministero delle Infrastrutture revocò i contributi. Sempre nel 2008 beni immobili per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Trapani. Tra i beni sequestrati una villa di Valderice risalente al 19° Secolo.
Ma sono trascorsi molti anni dai fatti contestati, e per quelli precedenti al 2005 è arrivata la prescrizione. Il tribunale infatti ha accolto quasi totalmente la tesi del pm Scalabrini che chiedeva la condanna ai principali imputati per i fatti del 2005, ossia la tentata truffa ai danni dello Stato per la richiesta di erogazione al Ministero della terza tranche del finanziamento pubblico illegittimo. Scalabrini aveva chiesto al giudice 5 anni di carcere e mille euro di multa per V. A.. La condanna a due anni e mezzo di carcere era stata chiesta per l’architetto Pietro Polizzi, a due anni per Simone Lentini. Per Francesco Puglisi, Nicolò Di Bella, Alceo Galan, Carlo Parmigiani, Salvatore Tarantino e Carmela Zanuccoli, anche loro imputati, il pm suggeriva il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione dei reati contestati. Cosa che poi è avvenuta.