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27/08/2013 06:50:24

E' stato liberato il peschereccio di Mazara "Pindaro", sequestrato dalle autorità tunisine

 Era stato sequestrato sei giorni fa da una motovedetta tunisina ai limiti della zona di ripopolamento ittico denominata "Mammellone". Ha lasciato  il porto di Sfax e si dirige verso Mazara. La societa' armatrice Ma.Gi.Mo. Srl ha pagato l'ammenda di circa 16mila euro stabilita dall'autorita' di vigilanza marittima.

A bordo ci soo sette uomini d'equipaggio

A darne notizia e' il presidente del Distretto Produttivo della Pesca, Giovanni Tumbiolo, che ha manifestato, attraverso una lettera "il suo personale apprezzamento - si legge in una nota - e della marineria mazarese al neo Ambasciatore d'Italia a Tunisi, Raimondo De Cardona, per il grande lavoro, professionalita' ed efficacia in merito alla vicenda, considerato anche il momento cosi' delicato e di transizione della storia della Tunisia".

Il "Pindaro" era stato sequestrato lo scorso 20 agosto con sette uomini d'equipaggio: tre sono mazaresi, tra i quali il comandante Vito Perniciaro, e quattro tunisini. Matteo Giacalone è l'armatore italiano. 

In merito ai sequestri di pescherecci, domenica a conclusione dei festeggiamenti del patrono San Vito, nel suo discorso pronunciato dal peschereccio «Afrodite», dopo il lancio della corona d'alloro in mare, il vescovo Mogavero, ha detto: «Assistiamo al ripetersi di un copione ormai tristemente noto fatto di attesa, trepidazione, trattative lunghe e delicate per riportare in città equipaggio e barca. A qualcuno è sorta spontanea la considerazione: ma come, noi ci adoperiamo per soccorrere i migranti, e i nostri marittimi sono in questo un esempio magnifico, chiamati a giusto titolo angeli del mare, e dall'altra sponda del Mediterraneo vanno a caccia dei nostri pescherecci? La domanda non è oziosa, ma la risposta non può essere sbrigativa e banale».