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28/08/2013 05:08:24

La crisi del Giovanni XXIII finisce in Procura. Uil e dipendenti denunciano: "E' falso il bilancio del commissario"

La direzione e segreteria provinciale della Uil-Fpl e 18 dei 25 dipendenti dell’Ipab marsalese hanno infatti mandato un esposto alla Procura di Marsala, nonché alla Regione e al sindaco Giulia Adamo, con cui denunciano lo stato di cose nella struttura che versa in uno stato di crisi tragico.
Nella denuncia si punta il dito principalmente sul commissario straordinario dell’Ipab, Ignazio Genna, che – si legge nell’esposto a firma dei dipendenti e dei responsabili provinciali del sindacato Osvaldo Angileri e Giorgio Maccadino – “ha approvato un bilancio di previsione palesemente falso, basato su entrate in massima parte inattendibile e prive di pezze d’appoggio contabili”.
La struttura, dicevamo, è in una crisi profonda, con un deficit che arriva a oltre un milione ottocento mila euro, con debiti verso fornitori, ma soprattutto sono i dipendenti a risentire maggiormente della crisi dell’ente. I 25 lavoratori infatti vantano un credito di ben 21 mensilità arretrate. “La tragedia che stanno attraversando i dipendenti dell’Ipab e le loro famiglie – si legge nell’esposto – sembra essere senza fine e non si vede nessuno spiraglio di luce alla fine del tunnel. La colpa di ciò è da ricondurre principalmente a coloro che hanno rappresentato le istituzioni in passato, ma gravissime colpe, per incapacità, indifferenza o (non osiamo pensarlo) malafede, ricadono anche su coloro che amministrano oggi”.
All’attuale commissario straordinario il sindacato imputa gravi errori. E li elenca uno per uno. “Ha approvato, con gravissime irregolarità, il Bilancio di previsione in pareggio quando, fino a poco tempo prima, il suo predecessore Riggio dichiarava pubblicamente e con atti deliberativi che le entrate dell’ente non permettevano di raggiungere l’equilibrio economico. Ha iscritto in bilancio, fra le entrate, la somma di circa un milione di euro derivante dalla vendita di immobili, senza avere mai ottenuto la necessaria autorizzazione regionale”. A questo si aggiunge un altro milione di euro circa “in forza di una ipotetica convenzione con l’Asp per l’assistenza a lungodegenti già a partire dall’1 maggio 2013, mentre ancora oggi l’Asp non può sottoscrivere tale convenzione per mancanza del regolamento d’attuazione”. Inoltre – continua l’elenco – “nonostante i numerosi appelli di sindacati e personale, non ha mai chiesto la messa in mora della Regione per il silenzio-inadempimento nei confronti della richiesta di applicazione della procedura di estinzione dell’ente, formulata con apposito atto deliberativo fin dal mese di novembre 2012 dal commissario Riggio ed alla quale la Regione non ha mai risposto”. E così per il sindacato “l’unico scopo del commissario Genna è quello di tenere artificialmente in vita un ente economicamente e finanziariamente defunto, approvando anche con gravi irregolarità procedurali, un Bilancio di previsione palesemente falso”.
Nell’esposto non viene assolta neanche la Regione, e in particolare l’assessore alla Famiglia Ester Bonafede, che “ha clamorosamente disatteso nei confronti della Casa di Riposo i propri doveri di controllo, non approvando una inderogabile legge di riforma del settore e permettendo l’accumulo di un debito che, di anno in anno, aumentava in maniera esponenziale”. Il sindacato, appoggiato dai dipendenti, rimane in attesa di vedere se la Regione approverà il Bilancio trasmesso dal commissario Genna. “Qualora lo facesse si renderebbe complice delle gravi irregolarità commesse nella redazione dello stesso”. Ce n’è anche per il sindaco di Marsala a cui nell’esposto viene consigliato di “farsi carico di una indagine a tappeto per verificare la presenza di case di riposo abusive; dovrebbe incentivare i ricoveri degli anziani marsalesi presso il Giovanni XXIII con consistenti aiuti economici”. Infine il Comune di Marsala dovrebbe, in mancanza di un aumento del numero degli assistiti, contribuire a risolvere il problema dei debiti verso i fornitori e i dipendenti “prendendo accordi con la Regione per la chiusura dell’ente, col passaggio, in particolare, del personale, nei ruoli comunali”. “Il tempo delle chiacchiere è finito”, si legge nell’esposto. E di invita la Procura a iniziare “una seria indagine su quanto denunciato al fine di verificare se qualcuno abbia sbagliato per incapacità o, peggio ancora, involontariamente”.