Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
31/08/2013 06:20:00

La Sicilia tra le principali regioni esportatrici in Italia

 La Sicilia mantiene il settimo posto nella graduatoria delle regioni esportatrici italiane.

Dall’analisi dei dati dello studio “l’Italia nell’Economia internazionale 2012-2013″, il Rapporto annuale sul commercio estero dell’Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, emerge che, in una fase di rallentamento nel ritmo di espansione degli scambi e della recessione in atto in Italia, le imprese esportatrici di merci italiane nel 2012 hanno messo a segno un aumento delle vendite oltre confine del 3,7%. A questo risultato ha contribuito positivamente il miglioramento della competitivita’ di prezzo dei prodotti industriali italiani, anche grazie all’andamento dei tassi di cambio e all’effetto di una crescita contenuta dei prezzi dei prodotti sui mercati esteri. La crescita delle esportazioni e la caduta delle importazioni dell’Italia hanno determinato un miglioramento del saldo commerciale, passato da un saldo negativo di -25,5 a uno positivo di 11 miliardi di euro tra 2011 e 2012, nonostante il passivo ancora elevato della voce energetica, sebbene in calo rispetto all’anno precedente. E’ stato soprattutto grazie al miglioramento del saldo merci che anche il disavanzo del conto corrente della bilancia dei pagamenti dell’Italia si e’ ridotto (in percentuale del Pil il disavanzo e’ sceso dal -3,1% al -0,5%), tale dato tuttavia va letto anche come sintomo del prolungarsi di una fase economica di ancora grande difficolta’. In questo contesto le esportazioni della Sicilia, nel 2012, hanno raggiunto i 13 miliardi di euro, registrando una crescita del 21,2% rispetto all’anno precedente, superiore sia alla media italiana che all’area del Mezzogiorno. L’andamento delle esportazioni ha consentito alla regione di mantenere il settimo posto nella graduatoria delle principali regioni esportatrici.

Nonostante il brusco rallentamento delle vendite estere del 2010, la Sicilia non solo ha recuperato i valori pre-crisi, ma ha concluso il 2012 con un incremento di tre miliardi di euro sul valore delle esportazioni al 2008. L’espansione delle vendite estere ha prodotto un ulteriore miglioramento della quota regionale sul totale delle esportazioni nazionali, passata dal 2,9 % del 2011 all’attuale 3,4%. Sul fronte provinciale, i territori del versante orientale dell’Isola hanno determinato per oltre l’80% il dato complessivo conseguito dalla regione nel 2012. Siracusa, Messina e Catania, infatti, oltre ad aver conseguito i valori piu’ ampi in termini di export (nell’ordine 9,3, 1,3 e 1,2 miliardi di euro), hanno anche sperimentato una crescita delle esportazioni nettamente superiore alla media regionale, bilanciando il minor dinamismo di Caltanissetta (le cui vendite sono calate del 32,2% rispetto al 2011), Agrigento e Palermo (rispettivamente -9,5 e -8,7%). Con riferimento ai principali mercati di sbocco, la Turchia si conferma il principale acquirente delle produzioni siciliane, seguita dagli Stati Uniti, mercato in cui la regione, in controtendenza rispetto agli anni passati, ha ritrovato un maggiore dinamismo e ha ampliato la propria quota sulle esportazioni italiane al 4,7 per cento. In forte crescita sono risultate anche le esportazioni verso i paesi protagonisti della primavera araba con un conseguente effetto rebound sull’incidenza delle esportazioni siciliane sulle performance nazionali in tali mercati. La forte espansione delle esportazioni di derivati dalla raffinazione del petrolio (+26,1%), ha notevolmente contribuito a determinare la performance positiva conseguita dalla regione, unitamente alla crescita sperimentata dell’elettronica, farmaceutica e siderurgia. Con particolare riferimento alle vendite di componenti elettronici e schede elettroniche, la Sicilia ha conseguito un’ulteriore miglioramento della propria quota, passata dal 13,6% del 2011 al 21,6 %nel 2012.
Diversamente, e’ continuata la progressiva perdita di quota nel chimico a fronte della contrazione delle vendite di prodotti chimici di base, fertilizzanti, composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie (-7,5 %) e di quella degli altri prodotti chimici (-1,8 %). Con riferimento agli operatori, nel 2012 la Sicilia ha aumentato a 4.125 il numero dei soggetti residenti nella regione dediti all’esportazione, registrando una crescita del 2,1% sul dato relativo al 2011. Parimenti agli operatori, e’ cresciuto anche il fatturato medio all’export da questi maturato. Nel 2012 il valore medio esportato per operatore e’ stato pari a 3,1 milioni di euro contro i 2,6 dell’anno precedente. Sul fronte dei servizi, la Sicilia ha registrato una crescita delle esportazioni del 20,5% rispetto all’anno precedente, superando in valore il milione di euro. La forte crescita delle esportazioni di servizi, al netto dei trasporti, spiega per circa il 70% il buon risultato conseguito dalle isole, soprattutto a fronte del contestuale calo che ha interessato la Sardegna. Nel periodo gennaio-marzo 2013, il valore dei beni esportati dalla Sicilia ha registrato una flessione del 9,9 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sul dato del primo trimestre 2013 hanno pesato le minori vendite realizzate tanto sul mercato europeo (-18,2%) che su quello extra Ue (-5,2%). A livello settoriale e’ evidente come a fronte di incrementi, in alcuni casi anche consistenti, nei valori esportati da larga parte dei comparti, il risultato della regione sia stato trainato dalla flessione delle vendite di Coke e prodotti petroliferi raffinati (-18,8%). (ITALPRESS)