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04/09/2013 08:03:00

L'abusivismo edilizio e lo scempio delle coste

 di Leonardo Agate. Il periodo del boom economico portò anche il fenomeno dell'abusivismo edilizio costiero.

I soldi, che correvano per mille rivoli nella rinata economia postbellica, diedero la possibilità a speculatori o semplici cittadini di costruire alla grande. In assenza di piani regolatori adeguati, e di norme edilizie chiare, ci fu l'arrembaggio dei posti più belli di mare. Il risultato é sotto i nostri occhi.
Per quanto riguarda Marsala, addirittura non avevamo, e non abbiamo ancora, lo strumento urbanistico principe, che é il Piano regolatore generale. In sua assenza é stato più facile deturpare. I pubblici poteri non si sono opposti più di tanto. Gli amministratori e i funzionari comunali, la polizia giudiziaria, la procura della Repubblica, tutti questi non sono riusciti a contrastare l'abusivismo. Qualcuno di loro ha chiuso uno o tutti e due gli occhi.
Ho conosciuto un sindaco, F. C., che a un suo elettore che voleva costruire in zona vietata, suggeriva di iniziare. Continuava avvisandolo che lui a un certo punto avrebbe dovuto sospendergli i lavori. Ma non si perdesse d'animo. Tra ricorsi, rinvii e sanatorie alla fine avrebbe finito la costruzione. Il tutto, naturalmente, sotto l'occhio benevolo del sindaco, che avrebbe interpretato leggi e decreti in modo molto, molto elastico. Questo avveniva nel Meridione.
Nel Settentrione non si é verificato lo scempio delle coste meridionali. Per esempio, sul Lago di Como, ho assistito a una riunione della Commissione edilizia che ha dato parere non favorevole a un progetto perché "non si inseriva bene nel paesaggio". Si badi, quel progetto rispettava tutti i parametri tecnici. La Commissione ha dato un parere di merito, riferito all'impatto visivo, e non ha fatto costruire. Simile approfondimento dalle nostre parti sembra impossibile.
La differenza di incidenza dell'abusivismo al Nord e al Sud é dovuta a un divario di cultura, almeno riguardo al territorio.
Dopo che le nostre coste sono state rovinate, con un'edilizia indiscriminata di circa un quarantennio, si vorrebbe adesso demolire migliaia di costruzioni non sanabili. A Marsala, si é cominciati da qualche anno, a un ritmo di poche unità l'anno. Con questo ritmo, nel prossimo secolo ne demoliremo alcune centinaia. Ma si sa che le case abusive sono migliaia.
Nell'acquisire le costruzioni abusive, per poi demolirle, non si tiene conto dell'impatto negativo sul territorio, che per una costruzione può essere diverso da un'altra. Per cui può capitare che una bruttissima costruzione, che si trova in fondo alla graduatoria, aspetterà il suo turno un secolo, mentre un'altra, che non deturpa come la prima, verrà demolita prossimamente.
Il problema non può risolversi solo con le secolari demolizioni. Occorre che di esso si faccia carico il legislatore regionale, con un apposito piano di demolizioni e di recupero, adeguatamente finanziato, ed affidato a urbanisti di chiara fama, indipendenti dal potere politico.