E’ giunta al termine l’esperienza della cooperativa Oasi nella gestione del Centro di Identificazione ed Espulsione di Trapani Milo? Sembrerebbe di si, stando alle parole del neo prefetto Leopoldo Falco, che, domenica scorsa, in occasione della visita trapanese del Ministro Cecile Kyenge, ha detto, a proposito delle polemiche sul Cie: “Non siamo soddisfatti della gestione dei Cie di Milo, stiamo valutando di recidere il contratto con la ditta e procedere ad una nuova gara d'appalto». «Il Cara di Salinagrande - ha detto il prefetto - che ha 370 ospiti (il Cie ne ha appena 86) presenta meno criticità».
Parole pesanti. Ed è tra l’altro la prima volta che la Prefettura parla dopo le diverse denunce che sono arrivate sulla disumanità delle condizioni del Cie da un lato, e sui ritardi nei pagamenti al personale da parte della cooperativa che gestisce il centro. E la condizione non è migliore - ma qui la cooperativa non c’entra nulla - per il personale di polizia, che lavora sempre in condizioni di stress eccezionali e che da mesi, ad esempio, aspetta il pagamento degli straordinari.
A Luglio ha visitato il Cie una delegazione della Camera penale di Marsala. "La struttura è nuovissima - ha raccontato l’avvocato marsalese Diego Tranchida - ma i detenuti, perchè così li dobbiamo chiamare, vivono in condizioni pessime". Al carcere di Trapani i detenuti veri stanno meglio rispetto ai "detenuti" forzati del Cie: "La qualità del cibo fa schifo - dicono i migranti - non ci sono medicine, l'acqua è a temperatura ambiente. Regna la disperazione".
Il Cie di Trapani vanta un record: nel corso dell'ultimo anno il 49% degli immigrati passati dalla struttura è fuggito. Altra visita quella del deputato di Sel Erasmo Palazzotto: “ I CIE sono una vergogna per il nostro Paese. Visitando la struttura di Milo ho potuto constatare coi miei occhi le condizioni in cui i migranti, definiti ipocritamente "ospiti" essendo in realtà detenuti, vengono trattenuti. Nonostante gli sforzi di chi ci lavora, infatti, le condizioni in cui vengono ospitati sono peggiori di quelle delle carceri. In più è intollerabile la promiscuità fra soggetti che hanno condizioni molto diverse, dai richiedenti asilo a chi ha ricevuto un provvedimento di espulsione fino ai pregiudicati. Se è prioritario cancellare la Legge Bossi - Fini, abrogando il reato di immigrazione clandestina e regolamentando adeguate vie legali di accesso al nostro paese, è improrogabile riconoscere ai cittadini migranti il diritto ad essere trattati con dignità e ad avere una tutela legale efficace. Abbreviare le procedure di identificazione, rendendo più efficienti le procedure burocratiche, in modo da chiarire il prima possibile le singole posizioni, sarebbe il modo per ridurre gli altissimi costi dell'attuale sistema di gestione. Il termine di 180 giorni per la detenzione amministrativa è un termine incredibilmente lungo, non tollerabile. Proporrò un'interpellanza perché il Ministro chiarisca circa le evidenti violazioni del diritto che vengono perpetrate in queste strutture del tutto inadeguate”.