Com'era nelle previsioni , il Prefetto di Trapani, Leopoldo Falco, ha revocato al gestione del Centro di Identificazione ed Espulsione di Trapani, in località Milo, alla Cooperativa Oasi, per le gravi carenze riscontrate.
La decisione e' stata assunta dopo una serie di segnalazioni sulle carenze dei servizi offerti agli immigrati. Il prefetto Leopoldo Falco, nei giorni
scorsi, in occasione della visita al centro di accoglienza del ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge, aveva già annunciato che avrebbe valutato l'opportunità di rescindere il contratto ed indire una nuova gara per l'affidamento del servizio. Cosa che è stata fatta.
Tante le carenze denunciate in questi due anni circa la gestione del Cie di Trapani. Carenze che da un lato hanno riguardato il trattamento dei migranti ospiti della struttura, e dall'altro lato anche i pagamenti al personale che è impiegato lì. A Luglio è stata in visita al Cie anche una delegazione dell’Unione Camere Penali Italiane che comparando il Cie di Milo con la Casa Circondariale di Trapani, avevano ritenuto la seconda un posto decisamente migliore. Insomma, i detenuti del carcere stanno meglio: «Gli immigrati sono costretti a vivere in ambienti angusti ed eccessivamente caldi, con una sola bottiglia d’acqua al giorno e cibo scadente. La sera vengono attaccati dalle zanzare e non hanno alcuna assistenza sanitaria. Le gare al ribasso per l’aggiudicazione dei servizi consentono ad alcune cooperative una gestione che è al limite della decenza. Riteniamo che la normativa debba essere ripensata, riducendo il tempo di permanenza degli immigrati nelle strutture e modificando le procedure con cui viene assegnata la gestione».
Ci sarà un mese di tempo per procedere ad una nuova gara ed all´assegnazione del servizio ad un´altra azienda. Nel frattempo, la ditta uscente dovrà assicurare il servizio per i trenta giorni successivi alla notifica del provvedimento.
Due mesi fa è stata in visita al Cie - capace di accogliere 204 persone, ma che attualmente ospita 86 migranti tunisini, marocchini e algerini - il Ministro dell'integrazione Cecile Kyenge. "Ho visitato tanti centri - ha detto la Kyenge - e così come è avvenuto anche durante questa visita ho potuto raccogliere materiale e informazioni che saranno utili per affrontare il tema dell'immigrazione perché ritengo che il ragionamento debba essere fatto dando risposte positive a ogni tipologia di persone nel rispetto dei diritti umani". Dopo avere annunciato una "riflessione" del governo sull'utilità dei Cie, la Kyenge pensa alla Sicilia come un modello per una nuova legge sull'immigrazione.
Il Centro di accoglienza di Milo nei momenti più difficili ha ospitato oltre 200 persone in attesa di identificazione. Non hanno compiuto reati ma dovranno star dentro fino a 18 mesi in condizioni disumane anche se la struttura è recentissima.