Domani finisce l’estate. Ma guardando le condizioni delle spiagge a Marsala si può dire che sia finita già da qualche settimana.
Le mareggiate di fine agosto hanno portato sull’arenile tante alghe, la tipica poseidonia del nostro mare (quella che viaggia in modo naturale con le onde, e non quella che si può “spostare” per costruire i porti come sostiene il sindaco Adamo). L’estate a Marsala è finita prima. Perché la pulizia delle spiagge s’è fermata alla mattina di ferragosto. Perché tra agosto e settembre l’arenile era invaso dalle alghe. Perché in alcune zone sono stati smontati in anticipo addirittura i cassonetti della spazzatura e le torrette del servizio di salvataggio. E’ finita prima. Non per tutti. Non per quei turisti che noi chiamiamo “fuori stagione” solo perché arrivano a settembre. L’estate settembrina, quella preferita da chi non sopporta quella manciata di gradi in più e la confusione d’agosto. Non solo turisti. Non sono soltanto loro ad andare in spiaggia a settembre. Ci è andato qualche giorno fa anche un nostro lettore, Alessandro. E ha scattato una foto. Viene fotografata l’occupazione delle spiagge da parte di uno stabilimento balneare allo Sbocco. Con gli ombrelloni che arrivano quasi fino al bagnasciuga.
“Recandomi in spiaggia (Lido Sbocco) – scrive Alessandro - ho costatato che gli ombrelloni del lido Gazebo, erano posizionati a pochi passi dalla riva del mare. Se non vado errato la legge impone che ci siano almeno 5 metri liberi di battigia, prima di potere mettere gli ombrelloni. Da notare che il lido Gazebo ha sempre messo gli ombrelloni quasi "in acqua" e ciò per tutta l'estate”.
Alla lettera di Alessandro, che è stata mandata anche alla Capitaneria di Porto, ha risposto il gestore dello stabilimento, Maurizio Lombardo. Al di là degli inviti fatti al lettore di presentarsi personalmente al suo cospetto a fare le lamentele, anziché divulgare la vicenda, Lombardo cerca di smentire la tesi sul posizionamento degli ombrelloni. “Guardate bene la foto, fate il paragone con i lettini, e noterete che sono a più di cinque metri dalla battigia”, spiega in sostanza il gestore del Lido Gazebo. Che poi continua dicendo di aver sempre rispettato le norme in materia di installazioni di stabilimenti balneari. “Nessuno ci ha mai richiamati proprio perché non abbiamo violato nessuna normativa”.
Su quel lido, aveva scritto anche un altro lettore, Salvatore, definendolo “lido fisarmonica” perché durante il fine settimana si allargava. Installava, in sostanza molti ombrelloni e lettini in più, arrivando a raddoppiarli. “Perché – si chiede Salvatore - tale Lido Gazebo non deve recintare la propria aria in concessione?”.
La Capitaneria, per chiarimento, ha scritto che gli stabilimenti balneari devono posizionare gli ombrelloni ad almeno 5 metri dalla battigia. 5 metri, è così in tutta la Sicilia. Ed è così espresso dal Decreto del Direttore Generale dell’Assessorato Territorio e Ambiente, il numero 476 del 1 giugno 2007.
Leggendolo, questo decreto che elenca le regole per gli stabilimenti balneari, ci accorgiamo che quasi tutti gli stabilimenti balneari hanno qualcosa fuori posto. In particolare, tutte le strutture devono esibire l’Ordinanza Balneare. Devono attivare, se già non lo fanno i Comuni, un servizio di soccorso e salvataggio. E soprattutto devono esserci determinati servizi e attrezzature. Come servizi igienici per bagnanti, per un minimo di 3 di cui 1 per portatori di handicap; cabine spogliatoio per un minimo pari al 10% dei punti ombra (ombrelloni); docce al coperto per un minimo di 2; docce all’aperto per un minimo di 4 ad acqua fredda senza possibilità di uso di saponi; percorsi per disabili; contenitori per la raccolta dei rifiuti; idonee dotazioni antincendio; sono ammesse anche eventuali altre attività ed attrezzature quali bar, ristoranti, giochi, attrezzature sportive etc purchè complementari alla balneazione. Ecco queste disposizioni sono categoriche per gli stabilimenti balneari. Sono esonerati da questi obblighi di legge “i concessionari che dispongano di analoghe strutture e servizi, anche ricadenti su aree private purchè ubicate nelle immediate vicinanze p presso aree contigue a quelle demaniali marittime assentite in concessione”. Questa è la norma. Poi, ovviamente come in tutto, ci sono i tanti stabilimenti che non la rispettano. E come in tutto ci sono anche gli utilizzatori, ossia i bagnanti, che non rispettano le regole. Su tutto questo è intervenuto l’Adoc, il sindacato dei consumatori, che ha denunciato, quest’estate, la situazione un po’ anarchica nelle nostre spiagge. Il presidente Giuseppe Amodeo ha denunciato la mancanza di controlli nelle spiagge, sia per i comportamenti dei bagnanti sia per quanto riguarda il rispetto delle norme da parte dei gestori di concessioni. Tutto questo doveva essere chiarito con il PUDM, il Piano di utilizzo del demanio marittimo, approvato dal consiglio comunale che “avrebbe dovuto contenere una minuziosa disciplina sull’utilizzo dei nostri litorali, dei comportamenti dei concessionari e dei frequentatori, e dei loro diritti e doveri”, scrive l’Adoc. Invece niente. “Vigono, pertanto, vergognosamente nelle nostre spiagge, solo anarchia e libero arbitrio! E lo rimarranno anche nel futuro, se nessuno interviene, perpetuando uno spettacolo non ceto decoroso nei confronti dei numerosi turisti che vorrebbero godersi in santa pace il nostro meraviglioso mare”. Ma questa estate è finita, o non ancora?