Giunta non-stop ieri a Palazzo d'Orleans per varare alcuni ddl che dovranno essere approvati entro la fine dell'anno, oltre al bilancio e al disegno di legge di stabilità. La giunta, inoltre, ha rielaborato il ddl sull'istituzione delle Città metropolitane, sperando di centrare due obiettivi: mettere fine alle polemiche sulla presunta abolizione di alcuni comuni ricadenti nelle aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina; e ottenere le risorse nazionali ed europee che dal gennaio 2014 saranno assegnate alle Città metropolitane. Un appuntamento da non mancare, considerate le fragili finanze dei Comuni di Catania, Messina e Catania. Ma anche i comuni compresi nell'area se ne potranno avvantaggiare.
Rispetto all'originario disegno di legge, i comuni ricadenti nel territorio della Città metropolitana non saranno trasformati in Municipi, ma i loro organi amministrativi rimarranno com'è adesso. Il sindaco della Città metropolitana, invece, sarà eletto con elezioni di secondo grado dalla Conferenza metropolitana. Il precedente ddl prevedeva, invece, l'elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitano. «Ci siamo ispirati al modello di Bruxelles - ha detto il governatore Crocetta - non cancelliamo alcun comune. E, comunque, l'adesione alla Città metropolitana sarà volontaria. Oggi non ci sarebbero in Aula le condizioni per approvare una riforma radicale. Con questa proposta i comuni manteranno la loro identità e speriamo di evitare pure gli attacchi». Un primo passo, secondo l'assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti, necessario per arrivare progressivamente all'elezione diretta del sindaco della Città metropolitana.
Col ddl sulla semplificazione amministrativa, cambia radicalmente il meccanismo del silenzio-assenso: entro 30 giorni la pubblica amministrazione ha l'obbligo di rispondere all'istanza. Trascorso tale periodo, il meccanismo non scatta automaticamente. Il cittadino o l'azienda interessata devono comunicare di volersi avvalere del silenzio-assenso. L'amministrazione avrà ulteriori 15 giorni di tempo per rispondere, se il responsabile del procedimento amministrativo o il dirigente non danno risposta, scatta il silenzio-assenso. Con ciò sarà evitato il business dei tempi lunghi che hanno costretto la Regione a pagare decine di milioni di euro alle imprese che non sono riuscite a realizzare i propri progetti. «In questi anni - ha aggiunto Crocetta - si è evitato di approvare o respingere. Con il nuovo meccanismo, invece, eventuali danni saranno in capo al funzionario e al dirigente che non ha vigilato. Le assenze nelle conferenze di servizio equivarrrano a parere positivo».
L'assessore alle Infrastrutture, Bartolotta, ha illustrato la rimodulazione di circa 2 mld di ex fondi Fas e il recupero di circa 200 milioni di euro per il trasporto merci mai utilizzati dalla Regione che rischiava di perdere la prima annuanlità (2002): 32 milioni di euro per migliorare la viabilità tra Comiso e Vittoria.