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31/10/2013 10:29:00

Il Ristorante Le Lumie festeggia la seconda chiocciola Slow Food

Fra pochi giorni festeggerà trent'anni ma è proprietario già da quattro anni di un ristorante che ha ottenuto numerose citazioni e riconoscimenti dalle guide gastronomiche.

Si tratta di Emanuele Russo, chef del Ristorante Le Lumie, in contrada Fontanelle a Marsala, che ha appena ritirato la seconda chiocciola Slow Food, premio della guida Osterie d'Italia 2014, e che ha ricevuto due giorni fa a Roma il riconoscimento “Buona Cucina” della Guida del Touring Club “Alberghi e Ristoranti d’Italia 2014”.

L'intento del giovane chef è quello di valorizzare i sapori del territorio marsalese, con semplicità, dedizione e uno stile dinamico, che predilige la cucina a Km zero. Il Ristorante, infatti, è fornito di un orto curato amorevolmente da cui si ricavano alcuni ingredienti, utilizzati nei piatti. I menu sono stagionali e riflettono la tradizione locale, rivista attraverso nuovi spunti e combinazioni. In piena filosofia Slow Food gli ingredienti sono selezionati attentamente valorizzando le eccellenze autoctone, limitando i passaggi dal produttore al consumatore. E' per questo motivo, ma anche per l'accoglienza, il recupero delle tradizioni e dell'identità del territorio che il Ristorante ha ottenuto quest'anno, per la seconda volta consecutiva, la chiocciola Slow Food, massimo riconoscimento della guida Osterie d'Italia realizzata dall'associazione internazionale non-profit, che favorisce una produzione di cibo su piccola scala, sostenibile e di qualità.


E' stato un anno ricco di eventi per lo chef marsalese, che ha da poco concluso la sua esperienza al Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo dove ha vinto, nella squadra italiana, il primo premio assegnato dalla giuria popolare. Numerose sono state inoltre le segnalazioni nelle guide grastronomiche fra cui Ristoranti d'Italia di Gambero Rosso, L'Espresso, Bibenda, il Mangiarozzo e Foodies.

“Sono giovane e ho ancora molto da imparare - afferma – ma è proprio questo il bello del mestiere, fatto di incontri, esperienze, tradizioni recuperate e rivisitate e diverse professionalità. Ciò a cui ho sempre puntato – prosegue lo chef – è la valorizzazione dei sapori del territorio e l'evoluzione della cucina siciliana che, già nel proprio DNA, custodisce una straordinaria ricchezza data da tantissime contaminazioni e scambi fra diverse culture”.