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01/11/2013 06:45:00

Case popolari di via Mazara. Dopo 4 anni ancora nulla di fatto

Si torna a parlare delle case popolari di via Mazara, a Marsala. Si torna a parlarne perché dopo quattro anni dallo sgombero delle palazzine fatiscenti ancora non c’è nessuna novità sulla loro sistemazione. Nel 2009 l’allora amministrazione Carini aveva ordinato lo sgombero delle 25 famiglie che abitavano in quelle palazzine pericolanti, dichiarate inagibili. Gli abitanti da quando sono stati sfrattati sono costretti a vivere in affitto ricevendo un contributo economico dal Comune di Marsala che copre quasi interamente il canone. Gli abitanti allora vennero sfrattati per permettere la realizzazione del progetto che prevedeva la demolizione e la ricostruzione delle palazzine popolari. Il progetto venne approvato dalla vecchia amministrazione e il costo dell’opera ammonta a 5 milioni di euro.

E l’avvocato Giuseppe Gandolfo, del Movimento Difesa del Cittadino, che cura da anni la situazione degli sfrattati, è tornato a scrivere al sindaco di Marsala Giulia Adamo. L’aveva fatto già qualche mese fa. La situazione è sempre quella, si aspettano risposte. Si aspettano novità.
“Da notizie attinte dai collaboratori del Movimento Difesa del Cittadino - dice adesso Gandolfo - si evince che il Comune ha partecipato ad un bando al fine d'ottenere dalla Regione 4 milioni di euro per procedere alla demolizione e ricostruzione delle tre palazzine; la Regione ha però posto la condizione che un altro milione di euro sia a carico del Comune e nessuna certezza sussiste ad oggi in ordine alla volontà del Comune di mettere a disposizione il milione di euro; ad oggi in nessun bilancio dell'ente - conclude Gandolfo - traspare questa volontà. La Regione pare intenzionata a revocare detti finanziamenti e la morale della favola è che ben 4 anni sono passati e le che palazzine giacciono lì nel medesimo stato in cui si trovavano allorquando erano abitate dalle 25 famiglie che disperate attendono ancora”.

La vicenda degli alloggi popolari di via Mazara risale a molti anni fa, quando il disciolto Ises ne cominciò la costruzione, peraltro, mai completata. Poi, la proprietà degli immobili fu acquisita dall'Istituto Autonomo Case popolare. La vicenda ebbe inizio nel 1957, quando, il Comune cedette l'area all'Unrra-Casas e al Ministero dei Lavori pubblici per la costruzione di alloggi (quattro palazzine), mai completati per il fallimento dell'impresa che vinse l'appalto. Nel 1977, poi, il Comune requisì le palazzine per assegnarle a famiglie bisognose.