Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
04/12/2013 09:48:00

La sardina di Selinunte e il pane nero di Castelvetrano



A cura del “Programma di Sviluppo Rurale della Regione Siciliana” SOAT n. 78 Castelvetrano e del Comune di Castelvetrano


Sarà presentato mercoledì, 4 dicembre 2013, durante il convegno dal tema:” STRATEGIE PER IL RECUPERO E LA VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI DEL TERRITORIO” Il nuovo disciplinare comunale che consentirà di tutelare la sardina di Selinunte ,tipicità del pescato locale. L’iniziativa voluta dal comune di Castelvetrano e dalla sezione operativa n.78 con sede a Castelvetrano , oltre alla divulgazione scientifica gastronomica e antropologica dei due importanti alimenti del territorio castelvetranese, sarà utile alla presentazione del disciplinare comunale sulla sardina , insieme al disciplinare riferito alla produzione del tipico Pane Nero di Castelvetrano . Prodotti alimentari, straordinariamente tipici e con numerosi anni di storia. . “ Abbiamo avviato- ha dichiarato l’assessore comunale di Castelvetrano, alle Politiche agricole, Paolo Calcara- un percorso tecnico e promozionale con l’obiettivo di valorizzare e promuovere i nostri prodotti tipici supportandoli con un disciplinare che, oltre a difendere la tipicità lavorativa garantirà il consumatore finale”.In allegato il programma dell’iniziativa.


Cenni tecnici e storici sulla sardina di Selinunte
Il nome Sardina di Selinunte (Sardina pilchardus) è riservato ad un pesce azzurro appartenente alla famiglia dei Clupeidi, fra i più diffusi nel Mediterraneo, della stessa famiglia dell’aringa. E’ una specie pelagica e si può trovare tanto lontano dalle coste quanto in pochi centimetri d'acqua (soprattutto durante la buona stagione e più precisamente fra giugno e luglio), dove la pesca viene eseguita con sistemi antichi, tradizionalmente ancora in uso, impiegando lampare (grosse lampade che illuminano la superficie del mare attirando così i pesci) e reti di tratta in cotone o nylon dalle maglie adatte a catturare solo le sardine più grosse, che poi i pescatori smagliano una a una, in pieno rispetto delle normative vigenti in materia di biodiversità marina e selettività del pescato.
Zona di riferimento
La zona di pesca della Sardina di Selinunte è quella del Canale di Sicilia in un arco di mare compreso tra Capo Granitola (Campobello di Mazara) e Capo San Marco (Sciacca), tra le province di Trapani ed Agrigento, e più precisamente nel Golfo di Selinunte. Questa porzione di mare è tutelata in parte dalla “Riserva Naturale del Belìce e Dune Limitrofe” e in parte dal “Parco Archeologico di Selinunte”, il più grande parco d’Europa.
Riferimenti storici
Secondo Diodoro Siculo le origini di Selinunte risalgono al 650 a.C. e probabilmente fondata da un gruppo di coloni di Megara Hyblea. Il nome di Selinunte deriva da una qualità di prezzemolo selvatico (in greco “Selinon”) che cresce spontaneamente lungo le rive del Selinus (Modione). Oggi, la Borgata marinara di Marinella di Selinunte è una frazione di Castelvetrano che si è sviluppata a ridosso delle rovine dell’antica cittadella Greca. Grazie alla presenza sul litorale sottocosta, di banchi di pesce azzurro, nei primi anni del 1900 diverse famiglie di pescatori della Sicilia occidentale si spostavano in primavera, in questi luoghi per la pesca e la salagione delle sardine.
Attualmente la marineria di Marinella di Selinunte conta la presenza di 120 pescatori per un totale di circa 50 barche, su di una popolazione residente di circa 1000 abitanti.