In riscontro all’articolo riportato sul vostro portale in data 03/12/2013 avente come titolo “Così Giulia Adamo voleva sfrattare il Corso di Laurea in Enologia di Marsala”, ho il dovere di fare alcuni chiarimenti, visto che l’articolo presenta una serie di notizie false e tendenziose prive di fondamento.
Comincerei parlando dei locali. Nell’articolo viene riportato ‘’…Quei locali di via Dante Alighieri sono stati concessi oltre dieci anni fa dalla Provincia in comodato d’uso ventennale’’.
Trasmetto in allegato ( 1 ) copia del Comodato d’Uso siglato il 6 luglio 2006, quindi sette anni fa e non dieci, come si può evincere dallo stesso contratto la durata è di 30 anni e non 20. Ora mi e vi chiedo, può, una struttura costruita negli anni ’90 dalla Provincia con destinazione d’uso (Convitto) trasformarsi in struttura Universitaria mantenendo la destinazione iniziale? Il comodato d’uso gratuito (regolato dagli artt. 1803 e successivi), all’art. 1809 comma 2 non recita che il bene concesso dal comodante (Provincia) per impreveduto ed effettivo bisogno deve essere restituito immediatamente ?
Visto che il Convitto dove alloggiano gli alunni convittori non è più agibile, e la Provincia è proprietaria di un altro Convitto (oggi sede di facoltà) non è la logica conseguenza quella di chiedere solo il terzo piano ( poichè alcune aule dell’alberghiero sono state trasferite dalla Provincia in via Selinunte ex locali linguistico Del Giudice) per garantire il diritto allo studio dei ragazzi provenienti da fuori Comune che desiderano studiare in una delle 11 scuole enologiche presenti nel territorio nazionale?
Altra notizia assolutamente falsa è quando chi scrive dice ‘’andate via e fate presto perché la scuola sta per cominciare’’… Premesso che in nessuna richiesta presentata al Magnifico Rettore si è mai parlato di andare via, ma si è chiesto, visto ripeto che la struttura era ed è per destinazione d’uso Convitto , regolata dalla legge 23/96 l’utilizzo di un piano per sopperire alla chiusura del vecchio Convitto,
che per altro ha ricevuto il cofinanziamento e quindi dovrebbe essere a breve ristrutturato, allego copia delle mie richieste per tavolo tecnico inviato alla Provincia.(all.2) con richiesta utilizzo parziale dei locali.
Al fine di far conoscere a chi legge la normativa che regola il passaggio degli Istituti Superiori alla Provincia allego stralcio della Legge 23/96 art 8 comma 1-6-7 (All .3)
L’articolo riporta che …” Ci sono state delle riunioni al Consorzio Universitario di Trapani” fatto assolutamente non veritiero ,le riunioni sono state presso la Segreteria del Magnifico Rettore, Palazzo Steri come da note allegate (4 e 5 ) dove il Sindaco di Marsala è stato ufficialmente invitato
Mi risulta, comunque, che nel primo incontro, in cui non ero presente, il Sindaco ha dato disponibilità di altri locali a Marsala e che il presidente della facoltà di enologia, prof. Moschetti, si è rifiutato categoricamente minacciando, confortato dal preside della facoltà di Agraria, di trasferire tutto il Corso a Trapani. Allora vi chiedo: se il Corso si fosse trasferito a Trapani, tutte le richieste inviate al Ministero relativamente a “…numeri di studenti previsti ,planimetrie etc non avrebbero reso nullo l’Anno Accademico “?
Altra falsa notizia la parte dove si dice: ‘’…Tutto ciò senza proporre soluzioni alternative “. Va, comunque, precisato che anche nel secondo incontro avuto a Palermo il Commissario Straordinario della Provincia di Trapani, aveva dato la disponibilità a rispettare le richieste del Magnifico Rettore, (utilizzo parziale del terzo piano ) ma che da parte del prof. Moschetti nessun’altra soluzione era perseguibile.
Nell’articolo si legge che la risposta del Rettore Lagalla…” scoraggia un po’ tutti “(Sindaco e il D.S. si intende) “.Dalla risposta fornita dal Rettore prot.82431 del 18/11/2013 (Allegato 6), non si scoraggia nessuno, perché per altro al punto n.3 si trasferisce all’Ente Comune la possibilità di trovare nuovi spazi, .
L’articolo, inoltre, fa riferimento alle planimetrie inviate al Ministero. Mi chiedo: l’Università ha anche trasmesso al Ministero la destinazione d’uso dei locali? .
Continuando, nell’articolo si legge ‘’Lagalla spegne le mire espansionistiche di Pocorobba e Adamo’’. Vorrei precisare che se mantenere in vita il Convitto di uno degli Istituti Agrari con scuola enologica annessa, con i suoi 140 anni di storia e che vede oggi la presenza anche dell’Istituto Alberghiero e del professionale per l’Agricoltura, garantire il posto di lavoro a cuochi, guardarobiere, collaboratori scolastici, amministrativi, docenti educatori, ma soprattutto garantire il diritto allo studio degli studenti , quasi 1000, e che desiderano studiare in una delle più prestigiose scuole enologiche italiane , ben vengano le mire espansionistiche, mire che mi portano a riflettere su eventuali azioni anche eclatanti.
Sull’ultima parte di polemica per Marsala Città Europea del Vino e la mancata partecipazione degli studenti della facoltà non entro. Mi piacerebbe, però, attenzionare il primo rigo dell’articolo: ‘’Voleva sfrattare una delle poche risorse virtuose’’. Mi chiedo: la facoltà di enologia e viticoltura, così com’è gestita, è una risorsa virtuosa?
Avete mai avuto i dati statistici su
1) Quanti ragazzi dal 2006, anno della stipula del comodato d’uso, si sono laureati in tre anni, quanti in quattro o cinque?
2) Quanti studenti fuori corso ha la facoltà?
3) Quanti studenti si sono trasferiti in altre facoltà?
4) Quanti studenti dall’Università di Torino vengono a fare la specialistica a Marsala?
5) Quanti Enologi Marsalesi si sono Laureati in questi 7 anni?
Porto la testimonianza di uno studente G.D..G. che uscito dall’Istituto Agrario di Marsala con 100 nel 2009 ed iscritto alla facoltà di Enologia della nostra città ,nel primo anno non ha dato nessuna materia , l’anno successivo si è trasferito ad Udine e in tre anni si è Laureato
Ben vengano tutte le facoltà a Marsala, purché mettano lo studente e non il professore di turno al centro del cerchio. La facoltà di enologia ha fatto questo? Attendiamo , anche come cittadino marsalese, risposte documentate.
Solo dopo avere dato risposte a queste domande alla città e all’intera Provincia, potremo capire se la facoltà di enologia e viticoltura è veramente efficiente. L’affermazione che il laureato trova lavoro, ma se per laurearsi si impegnano 7-8 anni possiamo ritenerla un fatto positivo? Realtà virtuosa è quando statisticamente si dimostra che al termine dei tre anni di studi si è laureato tra l’80% e il 100% degli allievi.
Mi dispiacerebbe scoprire che la facoltà è solo uno specchietto per le allodole, per favorire Tizio o Caio amico o parente del barone di turno.
Caro Direttore, sarebbe stato corretto far firmare l’articolo, viste le numerose imprecisioni e falsità riportate .Capisco , voi descrivete i fatti, ma questi devono essere veritieri e supportati da documentazione. Lo Scrivere per screditare qualcuno, senza sentire la controparte, non mi sembra corretto, e non è nello stile della vostra redazione.
Cordialmente
Il Dirigente Scolastico
Dott. Domenico Pocorobba
P.s.: Ad integrazione della documentazione inviata, trasmetto alcune foto della facoltà di Enologia, terzo piano, dove si evince lo stato in cui versano le serrande di due finestre da 8 mesi mai aperte.