Sono stati a Trapani Erasmo Palazzotto e Claudio Fava, deputati di Sinistra Ecologia e Libertà. Il secondo è anche vicepresidente della commissione antimafia, che a Gennaio verrà in visita ufficiale con Rosy Bindi e tutti gli altri componenti. A Trapani, però,Fava è voluto venire, prima di tutti, per capire cosa sta succedendo: le minacce in Procura, ad esempio, la situazione dei beni confiscati.
Fava e Palazzotto sono stati al Palazzo di Giustizia, poi in Prefettura, e poi hanno incontrato la stampa. “A Trapani c’è lo stesso clima che abbiamo trovato a Palermo. Abbiamo la sensazione di essere alla vigilia di una nuova impennata della strategia stragista di Cosa Nostra”.
E aggiungono: “I territori particolarmente esposti vanno presidiati con il massimo dell’attenzione da parte delle istituzioni dello Stato. Compito della Commissione parlamentare antimafia, oltre alla propria funzione istituzionale, è anche questo: dare segno visibile della solidarietà e della vicinanza dello Stato a coloro che, in questo momento, si trovano in particolari situazioni di rischio”.
Fava e Palazzotto hanno detto di avere rilevato una serie di elementi inquietanti.“Abbiamo la sensazione – ha detto Fava – che la presenza della massoneria atipica, camera di compensazione dove si saldano interessi mafiosi, politici e imprenditoriale, sia ancora viva. L’esperienza della loggia Iside 2 non è superata”. I due parlamentari hanno manifestato grande preoccupazione anche per la gestione del sistema bancario. Fava e Palazzotto hanno confermato la presentazione di un’interrogazione riguardante alcuni mutui concessi dalla Banca di Credito Cooperativo Pietro Grammatico ai familiari di Filippo Coppola, detto “u profissuri”, condannato per mafia, recentemente destinatario di un provvedimento di sequestro di beni.
Un passaggio pure per Messina Denaro: “Intorno al capo di Cosa nostra – osserva Fava – c’è un grande collante di solidarietà”.
Fava e Palazzotto hanno anche sottolineato l’esigenza di una oculata gestione dei beni confiscati. “Trapani è la provincia italiana – ha proseguito Fava – con la maggiore percentuale di beni sequestrati e confiscati alla mafia, patrimoni significativi sono stati sottratti a Cosa nostra e questo ci fa anche capire la sua capacità di investire le proprie risorse in questo territorio per produrre proventi illeciti. L’attività del Tribunale di Trapani, in questo ambito, è stata di straordinaria efficacia”. “Quei patrimoni però non possono morire – ha detto Palazzotto – , e vanno restituiti alla produttività. Se un’azienda confiscata chiude si creano le condizioni per fare accrescere il consenso per Cosa Nostra. E’ una grande e difficile battaglia che chiama in causa lo Stato,dobbiamo invertire la tendenza attuale che vede, su 1400 aziende confiscate alla mafia negli ultimi dieci anni, solo una trentina che sono state capaci di sopravvivere”.
I due deputati hanno invitato tutti a stare accanto ai magistrati e agli operatori di polizia ed espresso perplessità per il trasferimento dell’ex dirigente della Divisione Anticrimine Giuseppe Linares a Napoli. “È venuta meno un’importante memoria storica”, ha detto Fava che ha partato anche dell’assoluzione dall’accusa di concorso in associazione mafiosa del sen. Antonio D’Alì: “Non si chiama assoluzione ma si chiama, come per Andreotti, prescrizione per i fatti precedenti al ’94 – ha detto – Il fatto che continui a rappresentare un punto di riferimento della politica di questa provincia è forse una delle ragioni per cui il territorio ha ancora un’opacità di fondo e una capacità di reazione lenta e faticosa alle minacce di Cosa Nostra”.
Palazzotto è tornato a chiedere il commissariamento della Camera di Commercio di Trapani e la rimozione del suo presidente, Pino Pace: “Non ha i requisiti morali per guidare l’ente”.