Pippo Fava fu ucciso la sera del 5 gennaio del 1984: cinque colpi di pistola davanti al Teatro Stabile di Catania, un quarto d’ora prima era uscito dalla redazione de “I siciliani” . Il trentennale del suo assassinio è l’occasione per riproporre al pubblico di RaiTre la vita e le idee di uno straordinario intellettuale siciliano, che morì per aver ostinatamente difeso il diritto di cercare e raccontare la verità. E che prima di tutti gli altri denunciò e documentò i rapporti tra la mafia e il potere: “Io ho visto molti funerali di Stato: molto spesso gli assassini erano sul palco delle autorità”, disse in tv a Enzo Biagi pochi giorni prima di essere ucciso.
Ma Pippo Fava non era solo un grande giornalista libero e indipendente è stato anche un maestro di impegno civile. Scelse deliberatamente di condividere il progetto del suo giornale , “I siciliani”, soltanto con un gruppo di giornalisti ventenni, nella convinzione profonda e orgogliosa di trasmettere a quei giovani un progetto di vita: “A che serve vivere se non si ha il coraggio di lottare?”, ripeteva Fava in ogni occasione.
I ragazzi di Pippo Fava racconta questa vicenda attraverso gli occhi e le emozioni dei giovani protagonisti: non è soltanto un film su mafia e antimafia, dunque, ma piuttosto una storia di formazione, un “attimo fuggente”, vissuto nella Sicilia degli Anni Ottanta da alcuni giovanissimi giornalisti che seguirono il loro direttore nell’impresa di raccontare in totale libertà i legami capillari che inquinavano la vita di una “tranquilla città di mafia” come Catania, in quell’Italia cupa e violenta degli attentati mafiosi e delle stragi degli anni 80.
Il docufilm, ideato e scritto da Gualtiero Peirce e Antonio Roccuzzo, prodotto da Cyrano New Media con RaiFiction, regia di Franza Di Rosa, è tratto dalle pagine di “Mentre l’orchestrina suonava gelosia”, un libro recente uscito per Mondadori, strade blu, 2011 e scritto da Roccuzzo, che fu appunto uno dei “carusi”, uno dei Ragazzi di Pippo Fava.
Tre linee di racconto si intrecciano nel docufilm: la fiction, che ricostruisce con libertà narrativa il carattere e le emozioni dell’ ”attimo fuggente” di quel gruppo di ventenni; i video di repertorio – in parte inediti - che ci restituiscono le parole e il carisma autentici di Pippo Fava; e due testimonianze: di Claudio Fava, figlio di Pippo e che fu anche lui uno dei ragazzi della redazione e di Antonio Roccuzzo. Nel cast la partecipazione straordinaria di Leo Gullotta, accanto ad un gruppo di attori giovanissimi.